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Stamattina, uscito dal supermercato, mentre sistemavo le buste della spesa in macchina, ho notato una signora anziana che si incamminava verso il rettilineo di Via del Faro portando con sè due grosse borse, che a prima vista sembrava fossero molto pesanti.
Passandole accanto e aprendo il finestrino, l'ho gentilmente invitata a salire perchè se me lo avesse permesso l'avrei volentieri accompagnata.
La sua casa non era molto distante e dopo pochi minuti eravamo davanti al suo cancello.
Mi ha ringraziato tanto mentre io la salutavo con un semplice: "Buona giornata, Dio la benedica".
Aprendo un velato sorriso misto di pace e di gratitudine mi ha risposto: "Anche a te figliolo".
Che modo meraviglioso di iniziare la giornata!
Le avrei voluto raccontare dei miei pensieri fin da quando l'ho vista, avrei voluto dirle che quella sofferenza ben nascosta era un bel sintomo di forza e dignità, avrei voluto dirle che mi ricordava tanto mia madre.
Si mia madre, quando molto tempo fà andava a fare la spesa, facendo tanta strada a piedi e tornava con le borse piene, una delle quali le segava sistematicamente l'avambraccio. (Causa un incidente, la sua mano sinistra era offesa.)
A Fiumicino all'epoca c'erano solo poche case e pochi negozi, per cui o quelli o niente.
D'estate quando ritornava, io vedevo le gocce di sudore sul suo viso, le leggevo la fatica, che però non sfociava mai in lamentele nè le toglieva il buonumore.
Quando ero bambino, mia madre come tutte le mamme, mi raccontava le favole, ma sempre con un pizzico di umorismo o condite con qualche battuta extra in dialetto romanesco.
Anche una storia seria per esempio, poteva iniziare pressappoco così:
E insieme alle favole truccate, a volte mi raccontava le storie del Marchese del Grillo. (Io ne conosco qualcuna in più di quelle che appaiono nel film del grande Alberto Sordi).
Avevo tre quattro anni e lei mi faceva sentire grande, perchè mi trattava da grande anche da bambino.
Mi raccontava innocenti barzellette, come quella dello "zoppo e 'o sciancato" o quella del "cieco e er guercio".
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Un giorno un guercio convince il suo amico cieco a fare un giro in barca sul lago e quindi dopo averla affittata, sotto la sua guida, iniziano a remare.
Ad un certo punto il guercio non si avvede della presenza di uno scoglio che appena affiorava dall'acqua, non fa in tempo ad evitarlo e crash, ci va a sbattere contro:
"Ce semo disse er guercio e er cieco scese".
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Eh si, biblicamente ci ricorda qualcosa non è vero? Luca nel Cap. 6 vers. 39 ci dice: "Può un cieco far da guida a un altro cieco? Non cadranno tutti e due nella fossa?".
Nel suo Apocrifo, Tommaso scrive: "Quando un uomo che vede e un cieco sono entrambi nella notte, nulla li distingue, ma quando viene la luce colui che vede può vederla, colui che è cieco rimane nella notte".
Pr. 17:28 invece dice: "Anche lo stolto quando tace, è ritenuto saggio e, quando tiene chiuse le sue labbra, è considerato intelligente".
E' un pò come se stesse nella notte e nessuno può distinguere la sua cecità, ovvero la sua stoltezza.
Buon per lui se divenisse muto e buon per l'altro se fosse veramente cieco, ma riuscissero entrambi a vedere la "Luce".
Allora si che l'uno non sarebbe più stolto nè l'altro sarebbe più cieco!
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Avevo sette anni quando morì mio padre e lei quindi fu costretta a prendere anche il suo posto, ad agire per due, doveva essere mamma e papà.
Come sempre, tutto si apprezza dopo e solo con il trascorrere del tempo ho capito l'importanza, lo spirito ed il valore di questa donna speciale, madre di sei figli.
Ma per proseguire il miniracconto della mia infanzia con lei, unico periodo vissuto insieme, ricordo che certi insegnamenti, naturalmente oltre quelli specifici riguardanti la buona educazione, me li dava senza insegnare, magari durante un pasto, o un gioco, un compito o più semplicemente un discorso.
A volte me li dava in proverbi, quindi in modo simpatico e indolore del tipo: "mejo l'ovo oggi, che 'a gallina domani"; o "chi va co 'o zoppo, s'empara a zoppicà"; oppure: "'a gatta presciolosa fece li fii ciechi"; "chi c'ha tempo, nun aspetti tempo"; o anche: "chi va piano, va sano e va lontano" e tanti altri che tradotti potevano significare: pensa all'oggi e non al domani, ma non rimandare a domani ciò che puoi fare oggi, evita cattive amicizie, la fretta è cattiva consigliera ...
Conosceva la Bibbia e non se ne rendeva conto.
E' risaputo e si dice spesso, che i proverbi popolari non sbagliano mai e che sono buone regole da seguire, figuriamoci se possono sbagliare i facenti parte del libro della Bibbia, scritto dal Re Salomone, che benedetto da Dio, ottenne come da suo desiderio, il dono della "sapienza".
Spesso ho trovato il riscontro degli insegnamenti di mia madre nell'insegnamento biblico. E' risaputo e si dice spesso, che i proverbi popolari non sbagliano mai e che sono buone regole da seguire, figuriamoci se possono sbagliare i facenti parte del libro della Bibbia, scritto dal Re Salomone, che benedetto da Dio, ottenne come da suo desiderio, il dono della "sapienza".
Pr. 27:1 - Pr. 19:2b - Pr. 21:5 - Pr. 22:24 - Mt. 6:31-34
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A dieci anni poi, dovetti trasferirmi a Roma e andare a vivere con una delle mie sorelle già sposata.
Questo affinchè potessi frequentare i corsi delle scuole superiori che all'epoca non esistevano a Fiumicino e i mezzi di trasporto erano pochi e mal distribuiti.
Mia madre, che da li in poi e per otto anni avrei visto solo per il fine settimana, mentre mi salutava, lei con un pò di commozione, io con il cuore rotto, mi disse: "Tutto questo, anche se adesso ci rende tristi, te lo ritroverai più avanti, se ti diplomerai avrai dato a me una grande gioia e avrai dato a te stesso più possibilità di scelta nella vita.
Ricordati che ora con me siete rimasti tu e Carlo, tu sei il più grande e perciò sei il capo famiglia, sii responsabile".
Quell'emozione non l'ho mai dimenticata.
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... e penzà che a me nemmanco me piaceva d'annà a scola, ma c'avevi ragione tu. Grazie mà!
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Ho scritto all'inizio "che modo meraviglioso di iniziare la giornata", ora raccontando questo fatto, sento che è anche un bel modo di finirla.
Quella signora non può neanche immaginare quanto bene può avermi fatto il suo incontro e le sue parole.
Non credo avesse così tanti anni più di me da potermi essere madre, ma quel "figliolo" mi è arrivato al cuore come una bellissima testimonianza e per oggi mi ha ridato "lei".
Non sempre riesco a camminare con la mente fissa sul Signore, anche se questa richiesta a Lui, fa parte delle mie preghiere.
Stamane è stato questo il modo di presentarsi a me, per aiutarmi, per fortificarmi, per edificarmi...
Quanto amore in quelle poche parole e quanta luce su quel vissuto volto!
Grazie Signore.
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