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Lessi e mi rimase impresso...
En todo camino hay rosas y espinas,
momentos de alegrìa y momentos de tristeza,
momentos de felicidad y serenidad, momentos
de sufrimiento y de caìdas.
No hay que desarmarse, porquè los obstaculos
estàn siempre ahì, pero con la humildad y el esfuerzo
personal por nuestra parte, que no pueden faltar,
nos contamos su la gracia de Dios, su perdòn y
su carino.
...........
E non è forse quello che vale anche per il cammino
della vita?
C'è un tempo per ogni situazione sotto il cielo:
un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per far cordoglio e un tempo per danzare,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci,
un tempo per tacere e un tempo per parlare,
un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace.
...............
Ma in ogni tempo che viviamo, sforziamoci di fare la nostra parte, per dare la possibilità al Signore di fare tutto il resto, che può e vuole fare, dall'alto del suo amore incondizionato, del suo perdono e perciò della sua misericordia.
E anche se in ogni tempo, troveremo ostacoli che ci faranno cadere, teniamo a mente che Lui è morto per le nostre cadute, ha pagato solo Lui per le nostre colpe, per i nostri peccati e perciò se crediamo in Lui vediamocelo davanti, quando ancora siamo in ginocchio, mentre con il suo volto di comprensione e di bontà, Egli, ci tende la mano per rialzarci e incoraggiarci ancora ed ogni volta, ad essere migliori di prima.
E' vero che l'Inferno è pieno di "buoni propositi", ma è altrettanto vero che il Paradiso è pieno di "peccatori".
Siamo stati riscattati a caro prezzo, ma Lui non ce lo fà pesare: "per il suo sangue noi siamo stati salvati e per le sue lividure noi siamo stati guariti".
La caduta. *
Granon-S.Juan de Ortega
Ore 6.30, pronti via.
Voglio fare 40 km., il tempo non promette niente di buono, è nuvoloso e tira vento.
Da un pò di giorni lascio pietre sulle colonnine che segnano il cammino, con varie scritte a pennarello dedicate al Signore, in italiano, in inglese, in spagnolo...faccio testimonianza, faccio pubblicità.
A metà percorso il tempo peggiora, il vento diventa veramente forte ed io fatico tanto.
Per "fortuna" il peso della mochila mi tiene stabile, ma cammino piegato in avanti.
Breve sosta a Belorado per mangiare una pesca, una mela, bere un pò d'acqua e senza fermarmi oltre, riprendo a camminare.
Passo Tosantos, Villambistia e Espinosa del Camino e sono 28. Buona media calcolando il tempo che oggi certo non è ottimale nè favorevole.
Eccomi a Villafranca, ai piedi dei Montes de Oca e senza fare troppi calcoli, per non avere ripensamenti e dopo aver bevuto ancora acqua, riparto deciso.
Bastano poche decine di metri per capire che questa salita durissima sarà l'antipasto di una prova ardua da superare.
Da zero a 1.135 metri di altezza non sono uno scherzo, perciò Signore fà che la mia mochila diventi leggera come una piuma e che le mie gambe diventino forti come l'acciaio.
Come già accaduto in certe situazioni, occorre che io vada in "trance spirituale", perciò decido di non smettere più di pregare.
Prego e salgo, lodo e salgo, ringrazio e salgo.....
La maglia fradicia di sudore mi si attacca addosso come una seconda pelle e il vento forte diventa anche gelido.
La legenda dice che anticamente i Montes de Oca, erano molto temuti dai pellegrini, perchè questo largo stradone di terra rossa e massi di varie misure, con solchi creati dai rigoli d'acqua formati dalla pioggia, permetteva ai briganti, ai banditi e ai malintenzionati di mimetizzarsi e nascondersi nel fitto bosco che costeggia lo stradone stesso da ambo i lati, per aggredirli e derubarli.
Sono km. interminabili di solitudine e silenzio, specialmente dopo la ennesima, durissima salita dell'Alto della Pedraja, il cui sentiero finisce proprio al Monastero di San Juan de Ortega.
La maglia che prima era zuppa di sudore, pian piano mi si asciuga addosso ed io comincio ad essere preoccupato, perchè fà freddo ed inizia a piovere.
Penso che devo fare la mia parte per non ammalarmi, allora mi fermo, metto rapidamente la canottiera sotto la maglietta, al volo tiro fuori il poncho dallo zaino e voilà, calzato al primo colpo.
Si è fatto buio, il cielo è nero e ormai viene giù il diluvio ma canto, si canto...
Non c'è nessun tipo di riparo, neanche sotto gli alberi, continuo a camminare, ma sono stanchissimo, mi fanno male le gambe ed ho un pò di mal di testa.
Non arrivo mai, ma arrivano i pensieri: forse sono stato un pò imprudente, forse mi potevo contentare e potevo fermarmi a Villafranca, infine avevo percorso già 30 km.,non ho mangiato quasi niente, forse...
La mia mente vacilla, penso che se mi ammalo finisce il mio cammino.
Ecco, il nemico mi attacca, mi fà pensare al domani ed il mal di testa aumenta.
Stò per cedere, Signore proteggimi, ma la mia preghiera non è più preghiera.
Soffro tanto e non arrivo mai, sono 9 ore che cammino ed ho fatto solo due soste da 10 minuti.
La mia voce sale di tono: "Signore , Tu che apri le acque dei mari, che fermi il sole, che fai il silenzio sulla terra, avvicina a me questo paese, perchè io non ho più la forza per raggiungere lui".
Mi innervosisco e la preghiera che mi esce dalla bocca è con tono stizzito ed ho pensato a Mosè quando colpisce "la roccia" per far sgorgare l'acqua e questo perchè per la prima volta penso che il Signore non esaudirà la mia preghiera.
Stò male, molto male e non posso nè tornare indietro, nè fermarmi.
"SIGNORE"!!!!! Urlo con tutta la voce che ho, alzando il bastone al cielo, "sono Lanfranco guardami, sono 10 ore che cammino e non ce la faccio più, portami in braccio altrimenti rimango quì!
Mi fermo e mi appoggio sul bastone: " Tu non sei un Dio morto, Tu non sei rimasto inchiodato alla croce, Tu sei quì con me, perciò rialzami e aiutami a camminare, Tu mi hai portato fin qui come la stella guidò i tre Magi ed ora mi devi portare fino alla fine, non puoi abbandonarmi, avvicina a me questo paese, mantieni la promessa!
Si è vero questa è la comunione con le tue sofferenze,(Fi. 3:10) ma grandi erano le tue, mentre io sono un uomo debole e non ce la farò più a rialzarmi, perchè sono alla fine del mio limite estremo e allora ecco la Tua opportunità!!!
Urlo e mi rivolgo a Lui, con le braccia alzate e gli occhi al cielo e proprio nel momento che li riabbasso, mi appare una piccola rimessa di contadini e subito
più in là una casa.
Mi ci aveva già portato in braccio, ma io non me ne ero accorto.
Il viso bagnato dalla pioggia si copre anche di lacrime ed il mio urlare mi si strozza in gola e si trasforma in un pianto amaro, convulso, dirotto.
Nooooo!!!!! Ho pensato a Pietro.
Fu una grande lezione e la imparai sulla mia pelle!
* Avrei potuto evitare di inserire certi articoli che dimostrano la mia vulnerabilità, la mia debolezza, il mio umano, ma tale sono e tale mostro, perchè la mia imperfezione, fà risaltare ancor di più la perfezione di Cristo, il suo amore incondizionato, la sua bontà e misericordia.
Nel mondo non c'è niente di perfetto, non ci sono sono famiglie perfette, nè lavori perfetti, non ci sono chiese perfette, nè cristiani perfetti, nulla è perfetto sulla terra.
Se cerchi una chiesa perfetta, desisti dal cercarla, perchè già la tua imperfezione, la renderà imperfetta.
Io so di essere imperfetto e sto cercando di imparare ad accettare l'imperfezione degli altri e se il Signore continuerà a farmi grazia, riuscirò (come in parte riesco) ad amare anche i miei nemici. (Mt. 5:46)
Grazie Signore.
(Ef. 6:14-17)
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