domenica 3 gennaio 2016

Preghiere, pietre, passi...






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A volte quando cammini solo, cerchi di far passare il tempo con dei diversivi che ti aiutano a non farti assalire dalla stanchezza.
Trenta quaranta km. al giorno per trenta giorni più o meno, fanno si che specialmente in alcuni tratti desertici come per esempio le mesetas  o le "carreteras" che di tanto in tanto si è costretti a percorrere, a lungo andare ti provano e ti fanno accusare la fatica.
Ricordo che i primi anni talmente era la mia "cotta" per il cammino e per il Signore, che univo le due cose insieme, raccoglievo pietre piatte, con il pennarello ci scrivevo sopra i vari riferimenti biblici, o semplicemente i grazie Gesù o i grazie Signore nelle varie lingue...
Altri anni cercavo di far passare tempo e km. recitando ad alta voce i tanti versetti memorizzati, alternati alle varie preghiere per mia figlia, per i miei cari, i miei amici e per tutti i pellegrini e fratelli nella fede con i quali avevo già stretto amicizia, amicizia che dura ancora oggi e si cementa sempre più.
Era un'apnea, era come andare in trance spirituale, così la chiamavo io, non ti accorgevi più nè delle "ampollas", nè delle distanze, nè della fatica, per poi magari pagare lo sforzo una volta giunto al rifugio.
Ma tutto faceva parte del cammino e tutto cooperava ad aumentare l'amore per il pellegrinaggio, per la testimonianza, per Dio.

L'amore cresceva, le amicizie aumentavano,  accresceva la fede e la mia felicità...


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camminofrancese




camminoprimitivo
 

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La gioia, la serenità e il sorriso, erano diventati i miei documenti, non più solo sui cammini come pellegrino, ma anche e più che mai importante, avevano cominciato a far parte di me anche durante il cammino della vita.
Ancora oggi, dopo quasi quindici anni, cammino, prego e semino pietre...


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camminoaragonese





annojacopeo2004 



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confratellisorelleepellegrinistorici






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