Percorrendo le varie vie di pellegrinaggio, ti trovi assorto in un continuo vortice di pensieri, che a differenza del cammino della vita, sono rivolti in particolare a ricordi del passato, a come vivevi la vecchia vita con i tuoi usi e costumi e a come vivi la nuova, in compagnia del Signore.
E a volte...tac, quel pensiero che non hai mai avuto.
Durante il mio primo Santiago per esempio, su quei monti realizzai subito come da noi stessi ci siamo creati una vita piena di pensieri e di problemi.
Io in quello zaino avevo tutto ciò che mi serviva, avevo la mia casa e non mi dovevo preoccupare di aggiustare la lavatrice, il condizionatore d'aria, la lavastoviglie, lo stereo, ecc. ecc.
Quanti eccetera potrei mettere, ognuno ci metta i propri.
Conosco famiglie di tre o quattro persone che hanno ciascuna una macchina, un cellulare, una televisione per camera, un computer per uno, insomma tre o quattro di tutto.
Quanto si spende in più così e quante probabilità ci sono che oggi si rompa una di queste cose e domani magari un'altra?
Di che ci lamentiamo allora specialmente in casi del genere?
Siamo sempre nervosi, sempre arrabbiati e non ci rendiamo conto di essere causa del nostro male.
Perchè non torniamo a vivere in modo un pò più semplice, un pò più a dimensione d'uomo?
Io su quei monti ero felice perchè non avevo nulla, ma avevo tutto!
A volte, è per l'unicità di un pensiero o di un fatto che ne realizzi l'autenticità e il valore; è per come lo vivi e lo elabori, che ti adoperi per dargli il vero significato, la dovuta importanza e la giusta collocazione; è nel come riesce a cambiare tempestivamente la scala delle tue priorità che c'è la realizzazione e lo stupore.
I momenti più belli, i momenti più toccanti, gli eventi veramente speciali, sono quelli che non costruisci, che non guidi, che accadono all'improvviso e che neanche ti aspetti.
Ed è così che nè in foto, nè in video, appare mai la scena che magari hai vissuto ma che non potevi di certo immortalare per poterla condividere.
Ricordo che uno dei pellegrini che pregò per ricevere Gesù nel cuore, durante e a fine preghiera fu assalito da un pianto dirotto, accompagnato da fremiti come di convulsioni e abbracciandomi si lasciò andare, per dar sfogo al suo dolore, alla sua sofferenza, per liberarsi da quei pesi che gli opprimevano il cuore.
E' una immagine toccante che porterò con me per sempre.
Ho menzionato soltanto un paio di esempi, di un pensiero e di un fatto che mai avrei potuto riprendere in alcun modo, ma tutto questo non mi vieta di ricordare e di riportare qua e là pensieri e parole in libertà, magari nate proprio da certe occasioni: "I pensieri di un viandante, le parole di un pellegrino".
Cammino e penso...
Cammino e penso...
Cammino e prego...
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