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Fratello Andrea
Sono tornato con uno zaino un po' pesante, perchè strada facendo oltre a quelli che facendosi piccoli e leggeri vi si erano accomodati alla partenza, altri si sono aggiunti al ritorno dalla Spagna... ed era per questo uno zaino pieno di tesori.
Sono molto felice ma anche un po' triste allo stesso tempo: felice per lo straordinario arricchimento che anche quest'anno ho tratto da questo "cammino pellegrino hospitalero", arricchimento morale, emozionale e spirituale; triste per tutte le persone che mi hanno accolto, che si sono rallegrate con me, che mi hanno ascoltato e dato fiducia, con le quali ho gioito, con le quali ho pianto e sofferto, che hanno pregato con me e che ora purtroppo sono lontane da me.
Naturalmente sono vicino a tutte loro con la preghiera, ma fisicamente già mi mancano.
E come potrebbe essere altrimenti con tutto quello che abbiamo condiviso?
L'anno scorso l'evento al di sopra di tutti gli altri, (nonostante ce ne fossero stati di veramente straordinari!) successe in movimento durante il cammino e coinvolse una pellegrina, divenuta poi grazie al Signore, una sorella speciale, una pellegrina convertita a Cristo. (Post "Un cammino di luce")
Quest'anno invece è accaduto nel rifugio "la fuente del peregrino" ed è stato l'evento che come d'incanto, ha fatto passare tutto il resto in secondo piano e allo stesso tempo ha fatto si che anche questo cammino, diventasse per me un cammino a cinque stelle.
"No, si fermano loro due, io proseguo", mi disse mentre timbravo le loro credenziali.
Ho accompagnato i suoi amici pellegrini, poi io e lui abbiamo scambiato qualche pensiero, gli ho fatto vedere "el comedor", la piccola sala dove si cena e dopo pochi minuti e poche altre parole di testimonianza, Andrea di Genova mi ha detto: "Va bene, mi fermo quì anch'io!".
Subito dopo la sua sistemazione, mi sono accorto di averlo spesso vicino come se aspettasse qualcosa da me: "Perchè fai il cammino?" gli ho chiesto.
"Per raccontare il mio sogno a Santiago!" mi ha risposto.
Ci siamo seduti in compagnia delle altre due care sorelline Raquel y Patty, hospitaleras spagnole ed io di nuovo: "Tu lo sai vero, che Giacomo apostolo pregava Gesù per riuscire a fare quello che ha fatto?".
"Lo sai che la fonte è Gesù e nessun altro e che se qualcuno desidera vedere esauditi i desideri del suo cuore, è a Dio nel nome di Gesù che deve rivolgere la preghiera e non ai santi?".
Il Signore come sempre aveva già deciso e l'aveva scelto, perchè Andrea era mansueto, sereno, forse un po' emozionato ma accondiscendente e mi rispondeva ed annuiva ad ogni versetto o spiegazione senza dubitare.
Dopo averci raccontato il suo sogno, il suo grande desiderio, il suo grande progetto e la sua aspettativa, gli ho suggerito che potevamo chiederlo al Signore.
"Andrea, Gesù sta bussando alla porta del tuo cuore, è una porta con una sola maniglia e ce l'hai tu dall'interno, ti va di aprirla per lasciarlo entrare e renderlo partecipe della tua vita?".
Ci siamo presi per mano mentre aprivamo il cuore, mentre socchiudevamo gli occhi e mentre ci abbandonavamo alla dolce e amorevole atmosfera venutasi a creare.
Abbiamo respirato e inalato l'ineffabile estasi dello spirito santo e mentre gli angeli nel cielo iniziavano la festa in onore di Andrea, noi pregavamo per la sua salvezza.
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In seguito tutti noi hospitaleros abbiamo pregato molto per lui, abbiamo chiesto al Signore di esaudire la sua preghiera, di fargli sentire nel cuore di aver fatto la cosa più importante che si può fare su questa terra, di guidarlo e di proteggerlo dagli attacchi del nemico, che sicuramente avrebbe fatto di tutto per portar via quel seme caduto in buona terra.
A distanza di giorni, finito il mio volontariato nella fuente, ho ripreso il mio cammino giungendo a Santiago, a Muxìa e a Finisterra e proprio all'estremità della terra, con grande sorpresa, meraviglia e infinita gioia, verso sera nell'albergo municipale, ho ritrovato mio fratello Andrea.
E' stato veramente un incontro di immensa felicità per entrambi, edificante per entrambi, abbiamo passato tempo insieme, abbiamo gioito insieme, brindato con cerveza, ci siamo abbracciati e salutati con un cuore leggero e uno stato d'animo sereno, come di chi sa che non si perderà più.
"No, si fermano loro due, io proseguo", mi disse mentre timbravo le loro credenziali.
Ho accompagnato i suoi amici pellegrini, poi io e lui abbiamo scambiato qualche pensiero, gli ho fatto vedere "el comedor", la piccola sala dove si cena e dopo pochi minuti e poche altre parole di testimonianza, Andrea di Genova mi ha detto: "Va bene, mi fermo quì anch'io!".
Subito dopo la sua sistemazione, mi sono accorto di averlo spesso vicino come se aspettasse qualcosa da me: "Perchè fai il cammino?" gli ho chiesto.
"Per raccontare il mio sogno a Santiago!" mi ha risposto.
Ci siamo seduti in compagnia delle altre due care sorelline Raquel y Patty, hospitaleras spagnole ed io di nuovo: "Tu lo sai vero, che Giacomo apostolo pregava Gesù per riuscire a fare quello che ha fatto?".
"Lo sai che la fonte è Gesù e nessun altro e che se qualcuno desidera vedere esauditi i desideri del suo cuore, è a Dio nel nome di Gesù che deve rivolgere la preghiera e non ai santi?".
Il Signore come sempre aveva già deciso e l'aveva scelto, perchè Andrea era mansueto, sereno, forse un po' emozionato ma accondiscendente e mi rispondeva ed annuiva ad ogni versetto o spiegazione senza dubitare.
Dopo averci raccontato il suo sogno, il suo grande desiderio, il suo grande progetto e la sua aspettativa, gli ho suggerito che potevamo chiederlo al Signore.
"Andrea, Gesù sta bussando alla porta del tuo cuore, è una porta con una sola maniglia e ce l'hai tu dall'interno, ti va di aprirla per lasciarlo entrare e renderlo partecipe della tua vita?".
Ci siamo presi per mano mentre aprivamo il cuore, mentre socchiudevamo gli occhi e mentre ci abbandonavamo alla dolce e amorevole atmosfera venutasi a creare.
Abbiamo respirato e inalato l'ineffabile estasi dello spirito santo e mentre gli angeli nel cielo iniziavano la festa in onore di Andrea, noi pregavamo per la sua salvezza.
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A distanza di giorni, finito il mio volontariato nella fuente, ho ripreso il mio cammino giungendo a Santiago, a Muxìa e a Finisterra e proprio all'estremità della terra, con grande sorpresa, meraviglia e infinita gioia, verso sera nell'albergo municipale, ho ritrovato mio fratello Andrea.
E' stato veramente un incontro di immensa felicità per entrambi, edificante per entrambi, abbiamo passato tempo insieme, abbiamo gioito insieme, brindato con cerveza, ci siamo abbracciati e salutati con un cuore leggero e uno stato d'animo sereno, come di chi sa che non si perderà più.
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