sabato 18 febbraio 2012

L'operaio e il vignaiolo. Seconda parte




Ho anche un amico ed un fratello di origine greca, che non conosco di persona ma che seguo costantemente, cercando di camminare come lui tramite i suoi scritti e dall'alto della sua conoscenza, mi ispira e mi incoraggia a fare.



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Caro Luca,
                 ho letto i tuoi libri più volte e li leggo ancora, perché vi trovo conforto e incitamento a proseguire l'opera iniziata e a perseverare in essa a tempo e fuor di tempo.
Tu che hai dichiarato apertamente di non aver conosciuto Gesù, che hai basato la tua opera sulla testimonianza di testimoni oculari e che hai ricevuto la tua salvezza per mezzo dell'apostolo dei gentili, con i tuoi scritti tendi la mano a me, che da testimonianza sono rinato.
A te Paolo, a me Simone, ma tutti da Gesù.


Tu sai dove e come vivo, come e dove lavoro, che tipo di prove ho dovuto sostenere per l'Oasi e come e per merito di chi ne sono uscito e uscito rinforzato.       
Per questo sai anche come e quante volte la parola del Signore, che tu hai fedelmente riportata nei tuoi libri, mi si é fisicizzata davanti agli occhi. 


               




Caro fratello, chi meglio di te può sapere con quanto e quale zelo, si dovrebbe svolgere il lavoro per il Signore.

Nei tuoi Atti descrivi esaurientemente il cammino dei nuovi convertiti in Cristo e degli apostoli, da alcuni dei quali, hai preso tu stesso per elaborare il tuo Vangelo.
Loro erano i primi "cristiani", noi che viviamo il tempo della fine, siamo gli ultimi e dovremmo cercare con tutte le nostre forze di fare di più e meglio per il nostro Salvatore, il nostro datore di lavoro.
Lavorare per e con Lui é un privilegio e un onore, é un lavoro edificante e molto ben remunerato, prevede cadute ma non sconfitte perché la Sua parola non cade mai nel vuoto, si può anche perdere una battaglia, ma di sicuro si vincerà la guerra.  Parola di Gesù.
Per coloro che scelgono di lavorare per e con Lui, non é previsto licenziamento nè pensionamento, perché è un lavoro sicuro che dura tutta la vita e che prevede un'eredità ben più grande di una misera liquidazione e altrettanto misera pensione. 
E' così amorevole, così mansueto, così permissivo, che non possiamo più accontentarci di fare il minimo, perché questa secondo me é la condizione appena appena al di sopra del tiepido e quindi é una condizione a rischio. (Ap. 3:16)
"Perché il mio giogo é dolce e il mio peso é leggero" dice il Signore (Mt. 11:30) che non ci darebbe mai, nulla di più di ciò che non potremmo sopportare e ci perdona sempre qualsiasi sia l'errore.
E come si fà a non dargli di più?
Oltretutto ciò che Egli ci offre, non é un lavoro, bensì é "Il lavoro", che necessita essere svolto con amore, impegno, applicazione e determinazione.
A distanza di 2000 e più anni, caro Luca, abbiamo però lo stesso problema di allora e tu nella tua opera hai molto ben evidenziato le parole del Signore: "La mèsse è grande, ma gli operai sono pochi; pregate dunque il Signore della mèsse che spinga degli operai nella sua mèsse".  (Lu. 10:2)   (Mt. 9:37-38)





                                                                                   


Eh si, c'è tanto grano da raccogliere e la vigna è quasi pronta per la vendemmia, perchè non andiamo tutti a lavorare con il Signore?
Quì ci vogliono operai a tempo pieno e non importa quali siano le loro capacità, al Signore importa della loro umiltà, disponibilità e reperibilità.
Ma ancora oggi, nonostante il periodo di crisi, le opzioni sono tante e noi scegliamo quasi sempre quella che ci fa stare più comodi o che meglio si  adatta alle nostre scelte di vita.
Vogliamo il posto fisso che non esiste più, quando più fisso che servire il Signore non c'è, ma nessuno si sente di firmare quel famoso assegno in bianco come cauzione.


Gli operai sembrerebbero tanti, ma la maggior parte sono quelli che fanno a malapena il minimo sindacale, in attesa dello "stipendio" e non fanno mai straordinari per poi lamentarsi se la "retribuzione" è bassa.
...e la mèsse è sempre più grande!

Si fratello, ti ascolto, sento quello che mi stai dicendo: "Caro Lanfranco, tu sai che la Parola di Dio va con gli stessi tempi di Dio, il cielo e la terra passeranno, ma le sue parole non passeranno, la sua Parola è eterna come Lui è Eterno.(Mt. 24:35)
Se Egli è, era e sarà, così è la sua Parola.  
Non avere dubbi riguardo al fatto che anche nel mio tempo vi era questo problema, ma in ogni età, gli operai sono quelli che assume il Signore, tu devi dare solo il messaggio, devi fare solo la tua parte, Lui farà tutto il resto.
Ricordi? Ciò che è, è già stato prima, e ciò che sarà è già stato.          (Ec. 3:18)
Non demordere, non aver paura, persevera nell'opera che ti è stata affidata e ricorda sempre che alla fine saremo più che vincitori!
E quando le forze ti vengono a mancare, per riacquistare nuove energie, pensa alle parole che potè pronunciare il mio maestro e guida, mio fratello e padre nella fede, Paolo: "Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho serbato la fede". (2 Ti. 4:7)
Poter dire ciò alla fine della corsa, significherà sentirsi poi rispondere: "Bene, buono e fedele servo, entra nella gioia del tuo Signore".        (Mt. 25:21)


                                                 

Questo devi avere sempre a mente e questo deve essere il tuo scopo finale, la tua meta da raggiungere!
Pace e gioia nel Signore.
                                                      



Grazie fratello Luca.





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Eh si vabbé, ma mò che faccio?!
Quasi quasi metto n'annuncio!

A.A.A. cercasi lavoratori specializzati nella semina, mietitura, potatura e vendemmia.                                     
                                              
Aoh no è!?
Ho detto lavoratori specializzati: operai e vignaioli.
A me nun me pare tanto semplice e nemmanco tanto umile, tu si voi annà a lavorà n'a vigna der Signore, te devi da cambià er "vestito".


Fine.

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