Il viaggio
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Cammino Francese
Anno Jacopeo 2004
Partenza ore 10.00
di Sabato 7 Agosto.
Arrivo ore 14.00
di Domenica 8 Agosto.
Questo è stato il viaggio che ho fatto per raggiungere la
partenza del cammino francese a Saint Jean Pied de Port:
Treno da Fiumicino a Roma Ostiense.
Da Ostiense treno per Ventimiglia con scalo a Genova.
Da Ventimiglia a Bayonne con scalo a Narbonne.
Treno da Bayonne a Saint Jean Pied de Port.
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Cammino Aragonese
Partenza 18 Luglio 2005.
Il viaggio
Ricordavo
male, la partenza per Ventimiglia non era alle 10.55 bensì alle 9.55.
Sono le 10.00 quando faccio il biglietto e
riesco a prendere il treno solo perché porta quindici minuti di ritardo.
Ho uno stato
d’animo diverso da quello dell’anno scorso, probabilmente perché diverso sarà
il mio cammino, così come diverse sono le mie richieste al Signore.
Quest’anno
non ci saranno dispersioni, saranno poche le foto, niente “souvenir”, pochi i
rifugi salvo che siano “donativos” e niente “menu del dia”.
Questo
pellegrinaggio proverà la mia fede, perché se non sarà in azione sempre, credo
che tornerò a casa un po’ debilitato, allora si che sarà stato sacrificio e
dispiacerà al Signore.
Oltretutto
parto con già una piccola infezione in corso, che mi obbliga a prendere gli
antibiotici e a portare con me rimedi vari che aggiungono peso nello zaino.
Per un solo
motivo tutte le volte sarebbero come la prima, quello che quando arrivi a stare
sul treno, ti rendi conto di quante energie hai dovuto spendere per preparare
tutto, delegare tutto, non dimenticare niente e lasciare tutto sistemato,
pulito e in ordine.
Gli ultimi
giorni ho ripreso a pregare molto più intensamente, in misura inconsciamente
proporzionale alle accresciute contrarietà.
Senza
l’intervento divino, dopo aver rinunciato al cammino in Terra Santa, poco
è mancato che rinunciassi anche al cammino di Santiago.
Invece no, ho
dovuto solo ritardarlo a causa dei disturbi vari del nemico.
Per le
ferrovie oggi è giornata di ritardi, perché anche il treno che fa scalo a
Genova, ci arriva con 50 minuti di ritardo e per fortuna che tarda anche la
coincidenza, altrimenti l’avrei persa.
Peggio
ancora oppure meglio è, che a Ventimiglia la biglietteria delle ferrovie non
rilascia più biglietti, perché è divenuta esclusività di una agenzia francese a
fianco alla stazione, che però alle 19.30
chiude, fregandosene altamente dei ritardi, sicchè se ti va male, aspetti il
giorno dopo.
Forse gli ha
telefonato il mio Amico: attraverso i vetri mi hanno visto, mi hanno riaperto,
dato il biglietto, ma nessuna notizia su Somport.
Hanno usato
persino il computer, ma a quanto pare questo paese lo conosco solo io che non
lo conosco.
Tutte le mie
domande non hanno mai trovato risposta, sembra non esista e in più mi dicono
che da Lourdes non c’è cammino e questo lo posso capire, perché l’Aragonese
prevede la partenza proprio e unicamente da Somport.
Lo scalo per
Bayonne non si fa più a Narbonne ma a Saint Raphael dove chiedo di nuovo e
ancora una volta risposta “sconosciuto”.
A metà del
viaggio decido di rifare il vecchio ma sicuro cammino francese e quindi di
raggiungere Saint Jean Pied de Port, ma non sono né certo né soddisfatto.
Prego, ma
sono un po’ assente e poco concentrato, non riesco a chiudere occhio ed è così
che verso le due per andare in bagno, noto sulla parete di fronte alla porta,
una cartina geografica ferroviaria della Francia e nel dargli uno sguardo, mi
rendo conto che Somport non c’è, ma che Saint Gauden sembra abbastanza vicina a
Jaca.
Eccola! Di
nuovo la storia dei matti nella mia mente, ma qui si tratta di stravolgere
tutto in un colpo solo.
Da Lourdes
non c’è cammino, ma a me quello che interessava era percorrere il
cammino Aragonese che prevede la partenza da Somport, infatti la prima tappa è
proprio Somport-Jaca e se vicino a Jaca c’è Saint Gauden, come dice questa
carta geografica, io scendo lì e trovo Somport!
Un po’
contorto, ma anche se ho qualche dubbio, perché sto per cambiare istintivamente
in pochi minuti quello che avevo maturato e pianificato in tanti mesi, prego e
decido.
Alle 7.30
mi ritrovo alla stazione di Saint Gauden e faccio presto
a rendermi conto di aver fatto male i calcoli, di aver pregato male e peggio
ancora di non aver ascoltato.
Jaca che è in
Spagna, a detta dei francesi è irraggiungibile perché sono tanti kilometri,
perché ci sono i Pirenei di mezzo e non ci sono valichi, perché non esistono
indicazioni, né segnali né cartelli stradali.
Mi chiedo:
“Ma quarcuno ’avrà fatto ‘sto cavolo de cammino aragonese, ‘o nomineno in
tanti, ma nessuno ’ha fatto?!”.
Forse si, ma
solo chi ha tutto il tempo e il denaro per arrivare nei pressi di Somport.
Di colpo mi
ritrovo a dover allungare ancora il mio cammino e siccome questo tempo io non
ce l’ho, sento subito dentro di me il malessere e la delusione perché è certo
che devo rinunciare.
Che dolore! Ma se così deve essere, così sia!
Da un po’ di
giorni non riesco a capire bene, a distinguere bene i disturbi e gli attacchi
del nemico, dagli avvertimenti e i dinieghi del Signore, così come nell’ultima
settimana al centro sportivo, culminata con la serata di Sabato 16 da Agnese,
che ha poi fatto slittare la mia partenza a Lunedi.
Ho fatto
tutto il possibile, allora è proprio impossibile!
Mi ricordo
però che l’impossibile è per me, non certo per il Signore, che il limite estremo
per l’uomo è una opportunità per Dio, ma dopo aver chiesto informazioni a varie
persone e all’impiegata della biglietteria anch’essa munita di computer, decido
di rinunciare definitivamente al cammino Aragonese.
Aspetto altre
quattro ore in stazione per riprendere i treni che mi condurranno a S.J. Pied
de Port.
Non vado a
visitare niente perché qui niente mi interessa, risparmio energie
essendo schiavo dell’orario e mentre attendo faccio la medicazione: amukina,
pomata, garza, antibiotico e vitamine.
Fratello, non
farmi portare pesi in più.
Ecco una
sensazione che mi riporta con il pensiero all’anno scorso, mentre sono sempre
in attesa in stazione avverto la ripartenza dei treni talmente tante sono state
le ore che ci ho passato.
Prendo spunto
da questo fatto per annullare nella mia mente e nel mio cuore il nuovo cammino,
che fino ad ora mi ha trasmesso stati d’animo d’incertezza, di inquietudine, di
apprensione e a tratti di nervosismo, per rituffarmi pienamente nel mare di
emozioni e di sensazioni positive del classico e più conosciuto cammino
francese che parte da S.J. Pied de Port.
D’altra parte
per come lo affronto è già di per sé, molto diverso da quello scorso, anzi
totalmente diverso, molto più impegnativo ma anche molto più gratificante ed
edificante.
Grazie Amico
e Fratello mio!
Non rifaccio
il biglietto certo che tutto andrà bene, perché non rubo niente, il precedente
prevedeva comunque l’arrivo a Bayonne, sono certo che non subirò altri
controlli.
Di nuovo sul
treno sperando di raggiungere al più presto Saint Jean, per avere il tempo di
trovare un posto riparato dove passare la notte, visto che là non ci sono
rifugi a offerta.
Tarbes, la
prossima è Lourdes e fra un po’ sarò finalmente al punto di partenza del santo
cammino di Santiago.
Ma, ma quello
vicino ai bagni che sta per scendere, ha indossato uno zaino e se non vedo male
ha una piccola conchiglia attaccata!?
Alzati, non
perdere tempo, vai, svelto va’!
Non so se
sono stato io ad alzarmi di scatto o mi hanno spinto: “Scusa, per caso fai il
cammino, sei un pellegrino?! Perché scendi a Lourdes? Hai mai sentito nominare
Somport?
E mentre mi
guardava: “Tu es francais, eres espanol?”.
Quante volte
ho parlato dei matti l’anno scorso nel mio libro!
Di sicuro lui
mi ha visto così e sicuramente in quel momento l’ha pensato, ma con calma e con
l’aria un po’ stanca mi ha risposto: “Si, torno ora da Santiago”.
Stiamo
entrando in stazione, se scendo con te, me li dedichi cinque minuti visto che
nemmeno i francesi mi hanno saputo dare notizie?
Non faccio
più calcoli e neanche conto fino a dieci, ho deciso, scendo di nuovo.
Eh si un
viaggio movimentato e agitato, che rispecchia fedelmente lo stato d’animo che
ho avuto per quasi tutto il tempo, tra il maturare decisioni per cercare di non
anteporre la mia volontà ai consigli del Signore e filtrare e discernere tutte
le informazioni sbagliate che ho ricevuto da parte di tutti gli addetti ai
lavori e non.
Aldo è
partito il primo Giugno e domani sarà a Milano dal figlio per poi ritornare a
casa sua a Trento ed è parlando con lui, che mi riconvinco che il mio era un
programma giusto, anche se un po’ da pioniere e forse davvero molto impegnativo
perché non lo posso far durare due mesi.
Gli dico
subito come faccio il cammino e ringraziandolo gli spiego perché non posso
accettare alcune sue proposte e indicazioni: “costano tutte”.
Dice che per
fare questo pellegrinaggio, ci vogliono un po’ di soldi in tasca, perché in
qualche paese ci sono solo piccoli alberghi, ma da 30-35 euro a notte più cena.
Lui pensa che
questo non è un cammino da fare per fede, io penso che dovrò usare con lui
tutti i frutti dello spirito.
Accetto di
fermarmi per la notte in una specie di ricovero per avere tutte le informazioni
possibili.
Mi ricorda
tanto Eder, il brasiliano dell’anno scorso e come lui è cattolico, perciò gli
parlo di me e della mia condizione di cristiano laico, di mia figlia, dei
missionari e che posso anche sbagliare l’ascolto o l’interpretazione, ma che da
molto tempo non faccio un passo senza il mio Amico.
Lui per
esempio è una prova che qualche volta i segni li indovino!
Sorride e
annuisce.
Posiamo gli
zaini e prima di andare alla grotta lo accompagno ad un ristorante per turisti
di sua conoscenza, dove si può pranzare con un minimo di sei euro, ma prima di
arrivare gli dico che lo aspetterò fuori perché io mangerò un panino più tardi.
Lui entra ed
io dopo aver fatto due passi, ritorno e mi siedo su una panchina, vicino a me
una ragazza mora che con tabacco e cartine si sta facendo una sigaretta.
Non passano
cinque minuti che esce dal ristorante una ragazza molto carina, bionda, capelli
mossi, radiosa in viso e con gentilezza ed un bel sorriso dice a tutti e due
qualcosa in francese.
La pigrizia
di sforzarmi di capire mi fa subito dire di no così come la mora vicino a me
che però mi guarda mentre la ragazza bionda riprova a dirmi e a darmi qualcosa.
Mi porge un
ticket ed io le dico: “No, merci”.
Allora lei,
la ragazza di luce, ancor più sorridente e radiosa mi prende la mano mentre la
mora mi dice: “No argent”.
Per un attimo
ho rivissuto a parti invertite, la scena dell’anno prima con Marcelo: “Tu eres
un angel del Senor”.
Mi è uscita
in italiano e lei non capendo ha guardato la mora che ha ripetuto: “Lui di, que
tu es un Ange de Jesùs”.
L’interprete
nel posto giusto al momento giusto, così come lo scorso cammino Helena con
Felix.
Mi ha sorriso
di nuovo, ha ringraziato lei me e mi ha salutato, lasciandomi in stato
confusionale, immobile e strabiliato per un po’, mentre l’interprete mi
guardava e sorrideva.
Ho cercato
con gli occhi, dopo essermi seduto al tavolo di Aldo che nel frattempo aveva
quasi finito, ma era sparita.
Mi stanno
ritornando come un boomerang, le cose che involontariamente ho seminato l’anno
scorso: date e vi sarà dato; con la misura con cui misurate, sarà altresì
misurato a voi; ciò che l’uomo semina, quello pure raccoglierà.
Signore,
amico e fratello mio, sono stato in imbarazzo, avevo un nodo in gola, ero
emozionato e confuso, dopo aver visto chiaramente e per l’ennesima volta nella
mia vita da cristiano, un evento firmato da te.
Ma questo è diverso
da tutti i precedenti: “Oggi mi hanno dato da mangiare!”.
Aldo mi
guardava mentre con commozione mandavo giù i primi bocconi di cibo che mi
sapevano di pane e di pesci.
E’ una
sensazione unica, che non si può descrivere, si deve provare, non si può
spiegare, era la prima volta nella mia vita che ricevevo la provvidenza di Dio
in quel modo.
Ora sono
felice, perché per una volta almeno, che è assai diverso dall’esserlo sempre,
solo e in modo definitivo, sono stato veramente povero, sono stato barbone,
sono stato un diverso, un mendicante, un bisognoso perché avevo fame davvero.
Non ho
cercato elemosina, non ho disturbato nessuno, ho pregato ed ho chiesto a Te
Amico mio e Tu come sempre mi hai risposto.
Ora, se io
non avessi visto Aldo o non lo avessi fermato prima che scendesse, Tu non mi
avresti potuto aiutare, non in questo modo almeno, senza Aldo non ci sarebbe
stato l’Angelo ristoratore e ancora adesso starei con qualche dubbio
riguardante il cammino da fare.
E anche se lo
avessi visto ma non lo avessi fermato così tempestivamente, ora sarei a Saint
Jean Pied de Port.
Lo so che sei
stato Tu a spingermi e ad alzarmi da quel sedile!
Così in un
sol colpo mi hai emozionato, estasiato, incantato, edificato e ridato fiducia e
gioia, sentendo di nuovo benedetto il mio programma, il nostro programma, il
mio cammino, il nostro cammino di Santiago.
So che
l’unica cosa che dovrò fare, sarà quella di non preoccuparmi del domani, perché
il domani si prenderà cura per suo conto.
Matteo dice
che basta a ciascun giorno il suo affanno, non siate dunque in ansietà per quel
che mangerete, o che berrete, o di che vi vestirete.
Neanche sono
partito ed ecco già che tipo di segni mi hai dato a vedere.
Si Fratello,
un giorno alla volta, un’ora alla volta…
Siamo andati
alla Grotta dove c’è la sorgente dalla quale ha bevuto Bernadette, la lastra a
terra che ricorda il punto dove ha pregato il 11 Febbraio 1858, il crocifisso con
il Cristo e la statua della Madonna.
Giriamo per
le strade del centro mentre in Lourdes a partire dalla grotta fin dentro la
cattedrale poco distante, c’è una processione di fedeli in predominanza
handicappati di tutte le nazioni con tanto di vessilli, stendardi, bandiere e
abbigliamento di rappresentanza.
Durerà fino a
tarda sera: “Colossale!”.
Capienza diecimila
persone circa e vedendola dall’interno sembra somigliante al nostro palazzo
dello sport, come luogo di culto andrebbe pure bene perché è semplice e scarna,
tutto cemento con al centro un enorme quadrato rialzato di quattro cinque
gradini con sopra un altare.
La stonatura
è che lungo il viale dell’ingresso principale, ci sono mega foto della misura
dei cartelloni pubblicitari stradali, raffiguranti a colori Escrivà de
Balaguer, Padre Pio, Giovanni XXIII e così via.
Mi è
dispiaciuto soltanto vederci Madre Teresa, per il resto, dicevo già l’anno
scorso, è commercio, è pubblicità.
Gli unici
incolpevoli, quei poveri storpi sulle sedie a rotelle che si recano lì in cerca
di grazie, affrontando lunghi ed estenuanti viaggi, bevendo l’acqua di
Bernadette e offrendo ceri che sono colpevolmente in esposizione lungo il viale
della Grotta, dal più piccolo che è una candela, al più grande che è come una
bocca di cannone.
Così facendo,
anche per chiedere una grazia creano i ceti e rompono i cuori, il povero al
massimo compra la candela a un euro, il ricco il cannone a duecento.
La mente un
po’ contorta del ricco che la grazia se la compra, vedi Simon Mago che voleva
comprarsi lo Spirito Santo, contro il cuore spezzato del povero che mi ricorda
tanto la parabola del pubblicano e del fariseo; ma mentre il ricco offre il
superfluo, il povero dona tutto quello che ha.
Penso
all’offerta della vedova in Marco 12 e alla vendita delle indulgenze condannate
da Lutero.
Chi spende di
più pensa di avere più possibilità di guarigione e perciò al povero che spera
nello stesso miracolo, non resta che bere quanta più acqua possibile, perché è
gratis.
Naturalmente
in questo caso non biasimo il povero, ma neanche il ricco, che nella sua
condizione prova sulla sua stessa pelle, che i soldi non fanno la felicità e
che darebbe volentieri molto di più pur di guarire.
Biasimo chi
sta alla guida di tutto questo, chi dirige, chi comanda, chi organizza e noi lo
sappiamo…
Abbiamo
percorso anche la Via Crucis
con le sue 14 stazioni, create lungo la salita del monte, raffigurate da statue
dorate, rappresentanti le varie fasi della passione di Cristo.
Si proprio di
grande effetto, ma che brutto effetto!
Verso le 20.30, pane e marmellata, rientro in
stanza, medicazione, saluti con Aldo che ringrazio di cuore, è stato il primo
segno forte di assenso e di benedizione al mio cammino Aragonese 2005.
Questo è solo il viaggio per giungere alla partenza del cammino vero e proprio nel 2005.
Non solo per la lunghezza del racconto, ma anche per la descrizione dei fatti accaduti, non sembra anche a voi una parte attiva di questo cammino di Santiago?
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Ho continuato a viaggiare per anni senza prenotazione.
Ma ogni anno che passava si faceva sempre più difficile e succedevano sempre cose inaspettate, negative e sconvenienti...anche con gli aerei.
Fino a che volendo fare un viaggio diverso e alternativo, sempre senza prenotare, è successo che ho perso cinque giorni di cammino, tra andata e ritorno e durante quello di andata, dovendo dormire nella stazione degli autobus, mi sono ammalato e sono stato costretto così, a fare circa metà del cammino con la febbre addosso!
Se non fosse accaduto questo fatto così doloroso, forse non mi sarei mai convinto, che oggi i tempi sono cambiati e che anche per fare un pellegrinaggio, dove c'è però un'invasione di turisti come consequenza della grande, errata, commerciale e spropositata pubblicità dei media, è indispensabile e prioritario organizzarsi e prenotare per tempo.
Così ho fatto l'anno scorso, non sono mancate le contrarietà, ma è andata molto meglio...
Ma ogni anno che passava si faceva sempre più difficile e succedevano sempre cose inaspettate, negative e sconvenienti...anche con gli aerei.
Fino a che volendo fare un viaggio diverso e alternativo, sempre senza prenotare, è successo che ho perso cinque giorni di cammino, tra andata e ritorno e durante quello di andata, dovendo dormire nella stazione degli autobus, mi sono ammalato e sono stato costretto così, a fare circa metà del cammino con la febbre addosso!
Se non fosse accaduto questo fatto così doloroso, forse non mi sarei mai convinto, che oggi i tempi sono cambiati e che anche per fare un pellegrinaggio, dove c'è però un'invasione di turisti come consequenza della grande, errata, commerciale e spropositata pubblicità dei media, è indispensabile e prioritario organizzarsi e prenotare per tempo.
Così ho fatto l'anno scorso, non sono mancate le contrarietà, ma è andata molto meglio...
...ma in qualsiasi modo li abbia fatti o li faccia, il viaggio è il cammino e il cammino è il viaggio, perchè quello vero, quello con la V e la C maiuscola, è quello che faccio con il Signore anche nella vita di tutti i giorni e questo si che è un bel viaggio, un bel cammino!
E' una protezione, mi fa compagnia, è piccola, occupa poco spazio ed è leggera, si, questa è l'unica cosa che nel mio zaino non è mai mancata qualunque sia stato il mio cammino.
E' un conforto, è solo un modo di viaggiare e camminare in due, perchè ciò che mi serve per poter parlare di Lui e per testimoniare ce l'ho nella mia mente e ciò che mi serve come presenza e calore, ce l'ho nel mio cuore!
Grazie Amico e Fratello mio!
Grazie Amico e Fratello mio!
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