lunedì 26 novembre 2012

Il cacicco.





Il cacicco.
(Màs que caminar)

 

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Iniziavamo sempre allo stesso modo, ogni mattina alle 7.00 appuntamento in cucina, consumavamo una abbondante e ricca colazione e dopo aver ristorato il nostro corpo, pensavamo a ristorare anche il nostro spirito con musica, lodi e preghiera.











Leggevamo piccole cose, che però ci edificavano e ci preparavano ad accogliere ed edificare a nostra volta, tutti i pellegrini che sarebbero passati di là.









Si dice che un cristiano dovrebbe camminare e agire non per quello che vede o che sente, ma per quello che crede.
Se ogni mattina insieme alla nostra colazione, potessimo consumare anche una piccola lettura come questa, io credo che il nostro cammino anche se accidentato, sarebbe più facile, il nostro peso anche se ingombrante, sarebbe più leggero e la nostra giornata sarebbe di luce anche in caso di pioggia. 



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mercoledì 21 novembre 2012

A proposito di Ligonde...






A proposito di Ligonde...









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Così che appena iniziato il mio servizio nel rifugio "la fuente del peregrino" in Ligonde, aprendo il "Libro de oro" i miei occhi sono stati subito rapiti da ciò che, specialmente in quel momento, ho sperato fosse vero.*
A distanza di poche ore, sentivo ancora la loro presenza.
L'unico rammarico infatti che ho di quest'ultimo cammino a dir poco fantastico, è quello di non aver potuto servire fisicamente tutti questi miei amici, pellegrini eccezionali.
Ma è certo che così doveva andare, perchè ognuno di noi doveva (e deve) fare il suo cammino, anche se ha avuto parte importante nel cammino di tutti gli altri.  
Sono certo che il tempo passato insieme, ciascuno lo custodirà per sempre nel suo cuore.










Gioia ineffabile al solo pensiero, ed io che sto ancora assemblando foto e immagini che ci hanno visti protagonisti, a tratti rivivo tutti quegli eventi e riprovo ogni volta intense sensazioni, il che mi fa pensare spesso ai brasiliani quando parlano di "saudade"...

...eh si, nostalgia...e a proposito di Ligonde*





  




Dio vi benedica tutti.
Vi voglio bene fratelli, buon cammino!!


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sabato 17 novembre 2012

Ligonde.








Ligonde.

(Màs que caminar)




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Dopo aver camminato tanto, gli ultimi giorni ho dovuto persino rallentare, ma sono arrivato ugualmente un pò in anticipo.

Raggiungo il rifugio sabato 25 verso ora di pranzo e conosco Natan di persona, il responsabile del rifugio "la fuente del peregrino".
La mia opera di volontariato sarebbe iniziata il giorno seguente ma il mio posto letto era già stato preparato.
Inoltre, per tutta la giornata sarei stato pellegrino e non hospitalero e quindi non dovevo servire, ma sarei stato "servito".
Sembrava conoscesse bene sia me che la mia condizione cristiana, così che mi è stato facile capire quanto a mia insaputa, gli avesse parlato Fructu, il responsabile prima di lui, che avevo conosciuto l'anno precedente insieme a sua moglie Ibana, grande poetessa. 

Naturalmente mi ha invitato a partecipare a tutto ciò che era stato organizzato per il pomeriggio e la sera, così che ho potuto condividere amore e gioia con tutti i fratelli e sorelle presenti e trascorrere con loro un pomeriggio ed una serata fantastica ed edificante, che in altro modo non avrei mai potuto vivere.


Grazie Signore per avermi fatto camminare tanto all'inizio con tutti i pellegrini miei amici.
Grazie per le vesciche e l'infezione che mi hanno poi rallentato.
Grazie per avermi portato comunque qui con un giorno d'anticipo.
 


E dopo un tempo di devozione e di lodi al Signore...










La santa cena, la comunione.










E infine tutti insieme a tavola!






Meglio di così per me non poteva iniziare.
La settimana di volontariato nel rifugio la fuente del peregrino a Ligonde, partiva sotto i migliori auspici ed anticipatamente mi aveva riservato una vigilia ad alto contenuto spirituale, vitale per il lavoro che mi aspettava.
E' stato un prologo entusiasmante e ricco di qualità, di grande valore e di significativo augurio.
Vero Signore


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sabato 10 novembre 2012

Il chiodo.




Il chiodo.

(Màs que caminar)




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E finalmente Dio esaudisce la preghiera di Abramo e gli da un figlio: "Isacco". 
Abramo aveva già Ismaele, che però era figlio della serva Agar, Isacco invece fu figlio della promessa fatta a lui e a Sara sua moglie. 
Man mano che il figlio cresceva, Abramo gli insegnava ogni cosa riguardo a Dio.
Così che verso i dodici anni, dovette insegnargli anche come si offre un olocausto a Dio, che tipo di agnello gli si sacrifica e come si uccide.
Isacco fin da piccolo aveva come compagno fisso un agnellino perfetto che teneva sempre in braccio e quando Abramo gli disse che il sangue da versare doveva essere di un agnello puro e senza macchia, egli capì che doveva sacrificare il meglio: 
"Il suo".
Gli si ruppe il cuore ma lo fece.
Poco tempo dopo Dio lo chiese ad Abramo un olocausto e fu Lui stesso a chiedergli il meglio:
"Gli chiese Isacco".
Gli si ruppe il cuore ma lo fece.

In realtà non morì nè l'agnello con Isacco, nè Isacco con Abramo, perchè Dio che guarda il cuore, ha fermato per tempo sia l'uno che l'altro, perchè aveva visto, sentito e accertato la loro obbedienza.

Questi sono tra gli uomini che hanno fatto la storia di Dio con le benedizioni di Dio.

I Patriarchi hanno dovuto imparare tutti cosa significa la sofferenza, poichè il Signore corregge colui che egli ama e flagella ogni figlio che gradisce.
Questa piccola storia serve anche a far capire che tipo di cuore avevano questi uomini.
Come Davide, che da giovane pastore timorato di Dio, uccise il gigante Golia con un sasso tirato con la sua fionda e subito dopo attraverso il profeta Samuele, fu incoronato Re d'Israele al posto di Saul, sempre per volontà di Dio. 
E Dio stesso in seguito, nonostante i suoi grandi peccati, disse di lui che: "Aveva il cuore secondo Dio".


Io proprio quest'anno ho conosciuto qualcuno così somigliante, con certe caratteristiche, con simili requisiti e l'ho conosciuto sul cammino di Santiago.
Inutile dire di quanto ho ringraziato il Signore per questo incontro ed è anche inutile dire che il fatto che segue, (ma è solo uno di una lunga serie) rimarrà per sempre nel mio cuore come una perla preziosa.









Dovendoci salutare, vollero farmi un regalo. 
Il regalo di solito è il dono che fai ad una persona a cui tieni in particolar modo, una persona che stimi, una persona che ami.
Il regalo è un po' come l'offerta che si fa a Dio: 
"Gli si da il meglio". 

Il regalo ti qualifica, il regalo ti distingue.
"Dimmi che regalo fai e ti dirò chi sei".
Non è il costo che determina, è la qualità.
Il più costoso non sempre corrisponde al meglio.
E' difficile fare un regalo, è una scelta molto impegnativa, deve piacere a lui più che a te.

L'oggetto che mi hanno regalato quella mattina, oltre che un valore intrinseco in sè, aveva anche un valore affettivo.
E affettivamente il valore era ancora più alto sia per Israel che per Asùn: "Lui l'aveva trovato a Foncebadòn, il pueblo dei templari, lei lo portava appeso al suo bastone durante il loro cammino".
Quando quella mattina hanno insistito per regalarmi quel "chiodo", per farmi accettare quel dono così prezioso, ho capito che il Signore mi stava "consolando e coccolando" e si stava servendo di due pellegrini speciali, che "avevano il cuore secondo Dio" e capii anche, che da quel momento loro sarebbero entrati nel mio di cuore, per non uscirne mai più!








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...e meno male che uno fumava, altrimenti avrei potuto insuperbirmi, raccontando agli altri da quel giorno in poi, che avevo camminato verso Santiago in compagnia dei miei amici angeli... 
 
 
  





Que Dios os bendiga!




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lunedì 5 novembre 2012

Bordòn? No, palo.





Bordòn? No, palo.

(Màs que caminar)



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Li avevo visti inizialmente nel rifugio di Puente la Reina, dopodichè fu a Villamayor de Monjardin che potemmo scambiare per la prima volta qualche parola, qualche gesto di simpatia.
Mi ricordo che una delle prime frasi che in seguito gli ho rivolto è stata: "Già i vostri nomi sono un segno del vostro destino: Israel y Asùncion". 


Es verdad que: "Dios los cria y ellos se juntan".
A Belorado gli dono il segnalibro evangelico con la dicitura: "In due tutto è più facile".

Si, proprio come fu nel cammino Aragonese del 2005, quando lo stesso segnalibro lo donai a Alexsander e Maria, due giovani ragazzi polacchi.
Quelle che seguono sono la loro foto con me e la copia della lettera che mi spedirono prima del Natale di quell'anno.










Mi scrissero per salutarmi, ringraziarmi e avvertirmi, che quel messaggio che gli donai, molto influì sulla loro decisione di sposarsi. 
Hanno tradotto in pratica ciò che avevo loro detto e cioè che quello che stavano facendo era il loro cammino, come era loro, il cammino della vita che stavano per affrontare insieme. 
Beh sapete, io non ho fatto proprio niente per avere quel grande impatto su di loro, anche se mi rendevo conto delle loro attenzioni nei miei riguardi.
Non è modestia, nè falsa modestia, è che in ogni cammino amo portare con me un po' di segnalibri evangelici per fare testimonianza, per dare messaggi a chi è possibile, a chi me lo permette, a chi li gradisce.
Li dono a seconda delle mie sensazioni, del mio discernimento, insomma non li regalo a caso, ma neanche sto li a sforzarmi per sapere quale messaggio dare a questo o a quello.  
Viene tutto spontaneo e naturale e quest'anno come ho conosciuto loro, li ho "visti insieme per sempre".
Nell'umano diremmo che è un istinto che ti guida, nello spirito invece, che è profezia. 
(La profezia è uno dei nove doni dello spirito che il Signore distribuisce a chi vuole, per mezzo dello Spirito Santo, quindi non c'è merito e tutti possono profetizzare).

E' vero comunque che a volte, a parte quella coppia di giovani polacchi, mi sono sentito ringraziare dai vari pellegrini, ai quali ogni volta ho dovuto ricordare che devono ringraziare il Signore che è il mandatario di tutto e che io non sono altro che uno dei suoi tanti messaggeri.

Non per questo però, non mi godo gli attestati di stima e di simpatia che mi giungono, che mi edificano e che mi convincono ogni volta sempre di più, che il mondo soffre per un motivo su tutti gli altri: "Mancanza d'amore!".

 
 Ciò che io gli auguravo e gli predicevo,
                                                          lui l'aveva già deciso e programmato.



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Dopo quella sera a Belorado ci siamo ritrovati spesso e in varie circostanze, abbiamo condiviso molti momenti di gioia e di edificazione, abbiamo prima posto le basi per una vera amicizia e poi l'abbiamo cementata.
A Shaagun, Israel mi svela un segreto: "Quando sarò a Villafranca del Bierzo, dove ci siamo conosciuti l'anno scorso, donandole l'anello,  chiederò ad Asùn di sposarmi".


Amen!


   A Triacastela Asùn mi fa vedere l'anello.
 
 Israel mi libera dal segreto.


Così sia. 



Dunque in questo caso io non ho influito in niente, ma subito dopo mi veniva di pensare che il mio gesto poteva essere stato da loro interpretato, come il ricevere una conferma per una decisione giusta, come un segno di approvazione o semplicemente di benedizione da parte del Signore.  
Comunque una cosa era certa, avevo dato quel messaggio alla coppia giusta, una coppia che ben sapeva che: " In due tutto è più facile!".


...e loro sono miei amici.








 
Così è stato!
Grazie Signore.




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