venerdì 20 aprile 2012

Io voi, non voi me. Seconda parte


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La festa. 

  

Volevo descriverla in modo originale a cominciare dal titolo e quindi dopo aver messo il primo, classico e scontato, subito me ne è venuto in mente un altro e poi un altro ancora...



E così:
La mia conversione.

No, non è per niente originale, meglio
Gli ultimi minuti con il nemico.

No, meglio
Sette ore di lotta contro me stesso.

No, è più giusto
Quanta fatica quei momenti di riposo.

Ma no meglio
La guerra combattuta dal passato contro il futuro passando per il presente.


Meglio ancora
Le certezze di questa vita dove le regole le detti tu,
dubbi su una vita dove le regole ti sono dettate.


O sennò
L'incertezza di cosa ti aspetta se ti affidi a qualcuno che non conosci.


O anche
La consapevolezza del fondo già toccato, la certezza che così puoi soltanto risalire.

Oppure
Il rapporto già crinato con me stesso, a dura prova la mia autostima, non ho più niente da perdere.

O sennò
La battaglia dell' "IO" mai combattuta.

No no, forse
Orgoglio ed umiltà.

No, vai con
La mia mente, un Tribunale.

No, è migliore
La disputa tra le ricchezze di umane esperienze e la povertà della inesperienza di spirito. 

O ancora meglio
Il baratto dell'amore che conosci tu, con quello che non conosci.

O anche
Baci e abbracci che fastidio.

Oppure
Le premure di chi non ti conosce e non sa che non vuoi premure.

No, va bene
La bellezza che si fonde con la musica e ti fa vedere luce.

O è meglio
Guardare uomini e vedere bambini.

No, meglio questo
Guardare donne e non vederle nude.

Ma forse é migliore
La confusione di chi scopre che il suo cuore ode e vede.

No, forse
La pace che penetra là dove tu hai la guerra.

Oppure
Il lamento dell'anima che ti implora di ascoltarla.

No,meglio
Il coraggio di fare un amorevole e luminoso passo di fede.

No no, va bene
La luce che squarcia le tenebre. 

No, forse é più indicato
La necessità di respirare aria pura.

Ma no, meglio è
Stringimi la mano, dammi la tua parola.

Oppure
La certezza dell'unica occasione, quell'occasione unica.

Meglio questo
L'obbligo di aprire il cuore.


Questo è perfetto
Parole sconosciute da imprimere nella mente: spirito, salvezza, perdono, vita eterna.



Ci siamo:

La mia mente voleva dire no, 
il mio cuore si è imposto, 
la mia bocca ha detto "SI"



Svolgimento




Salvo!



§§§



Allo stesso modo vi dico, vi sarà gioia presso gli angeli di Dio per un solo peccatore che si ravvede.   (Lu. 15:10)

                                               Eccolo il peccatore.  


Grazie a Gesù quella sera io sono rinato, ma grazie a me, quella sera voi angeli avete usufruito di una serata in più di festa eh?
E se dicevo no? 
Scherzo Signore, scherzo!
  
***

***

 
Subito dopo, con tutti i fratelli e sorelle  nell'Oasi, a vivere una serata fantastica, una serata di musica, che parlava d'amore, di pace e di gioia, la prima di una lunga serie, che non avrà mai fine!







Grazie Signore!

P.S. 
Ogni titolo avrebbe potuto avere una sua storia, perchè legato a reali sensazioni ed emozioni provate e vissute in quei momenti.
Potrebbero divenire tanti racconti, ma per ora va bene così. 
 
               
Questo fu l'inizio del mio cammino cristiano, durerà tutta la vita, ma si dice che il cammino è un "passo" e quì il primo è stato: "La Salvezza".
Figuriamoci il resto!
Gloria a Dio!!
 
*** 

domenica 15 aprile 2012

Io voi, non voi me. Prima parte



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La chiamata.


               

Press, mi dissero: "Perchè non prendi una domenica di riposo e vieni a stare con noi, andiamo a trovare un gruppo di amici, di  missionari laici qui vicino Roma".
Ho fatto un pò di resistenza, perchè non volevo muovermi dal centro sportivo, non stavo bene, non volevo vedere nessuno.
 
Fino a quel momento io sapevo che i missionari erano uomini che zappavano l'orto e di tanto in tanto partivano per andare nelle zone più sperdute, per aiutare chi era nel bisogno e non sapevo neanche che testimoniavano la  Parola di Dio.
Probabilmente se lo avessi saputo, quel giorno neanche sarei andato.
Alla fine però mi lasciai convincere più per il bene che  volevo loro, che per distrarmi o riposarmi. 
"Stiamo insieme e non devi fare niente, sei libero di agire come credi, puoi ascoltare ma anche no, sei tu che decidi".
Che bell'invito sincero, discreto ma convinto, che grande gesto d'amore, loro sapevano di che parlavano e cosa andavamo a fare, io sapevo solo che mi volevano bene.
Appuntamento verso le 14.00 sotto casa a Testaccio.
Io, Marta e Monica, pronti via, direzione Cassia, una breve sosta in un'area di servizio e poi spediti a Nepi.


Una casetta, un giardinetto, un paio di alberelli, era tutto ciò che avevano e non vedevo nè zappe, nè vanghe, nè rastrelli.
Erano una decina più noi, un caffè, una fetta di torta e subito dopo, l'invito del più anziano nella fede a entrare con loro, per ascoltare un pò di musica. 
Musica, canzoni, entro.  
(Si cantava per lodare il Signore, per fare devozione, per pregare, si cantava l'amore).
Il pastore mi invitava a passare con loro quel pomeriggio, che sarebbe poi divenuto la ricorrenza dell'evento più importante e straordinario della mia vita.





Bionda e rosso mogano, i capelli di due "angeli" che suonavano la chitarra e cantavano con voci paradisiache senza eguali, in italiano ma anche in inglese.
La moglie del pastore che mi era a fianco, sussurrando me le traduceva, dopo avermi raccontato la storia di una di loro, che pochi giorni prima aveva ricevuto una proposta di matrimonio da uno sceicco arabo, le cui ricchezze era impossibile contare, sentendosi però da lei rispondere: "Grazie, ma io sono già ricca, io nel mio cuore ho Gesù!".
Lo Spirito aveva impregnato quella stanza (ma questo lo dico oggi, all'epoca non sapevo neanche cosa fosse) ed io vedevo la luce su quel volto, al punto che umano come ero, con tutte le esperienze che avevo fatto nella vita e con tutta la diffidenza e il malessere che mi portavo dentro in quel periodo, ad un certo punto, ho pensato tra me e me: "Lanfrà te stanno a fà i trucchi".
Ma sapevo bene che non c'era trucco e non c'era inganno, era solo iniziata la mia lotta interiore, avevo cominciato ad alzare le barriere e il tribunale della mia mente aveva aperto l'udienza, dando ascolto ora all'accusa, ora alla difesa.
Uno stillicidio di pensieri contrastanti, un susseguirsi di emozioni forti, una serie di domande (scontate) sulla morte per fame dei bambini nel mondo, sul "Dio della chiesa cattolica"...
Mi si chiedeva di annullare la mente, di aprire il cuore, io ci provavo, ma non mi riusciva per niente facile.


Quanta pazienza hanno avuto!
Che potenti strumenti nelle mani del Signore!

Mi sono dichiarato ateo (la risposta più breve, più facile e la peggiore delle condizioni, perchè era così che mi sentivo) e per quanto ci ho voluto pensare in questi 13 anni, non sono riuscito a darmi una risposta certa, sulla mia vera e reale condizione precedente, perchè mi ricordo di aver anche pregato in un paio di circostanze, durante il cammino della vita, ma ricordo pure che identificavo ignorantemente Dio con la chiesa e viste le sfortunate esperienze avute in tre tappe della mia vita (a 15 anni, avrei dovuto tossire prima di entrare in sacrestia; a 24 avrei dovuto farmi sposare da un prete sconosciuto e non da un frate amico di famiglia; a 50 senza rimborso alcuno, subisco un  esproprio di circa mille metri quadrati di terra dal comune, sotto pressione della chiesa confinante il Centro, che in Tribunale, non aveva avuto soddisfazione, aveva perso) se Dio c'era, allora era ingiusto.
Incredibile che dopo tanti anni di lotte, di screzi e di dispetti,  Peppone e Don Camillo giungono a compromessi, si alleano proprio contro di me e mi espropriano il viale, per farlo diventare il loro parcheggio. 
Come se a Peppone non fossero bastati tutti i soprusi che avevo già subìto, i dinieghi e i permessi negati a qualsiasi richiesta fatta fino a quel momento. 
E come se Don Camillo,(dopo poco tempo fu trasferito) a parte la sua arroganza e la sua sete di potere, avesse ricevuto in profezia (ma da parte di chi?) di scoraggiarmi, di farmi rinunciare, di eliminare inconsapevolmente un futuro pericolo. 

Quale pericolo?! 
La mia testimonianza!!

"Io non ho nè argento nè oro, ma quello che ho te lo do...".
(At. 3:6)

Tu invece, hai tanto argento e tanto oro, ma non hai nient'altro!


A 15 una delusione, a 24 una conferma, a 50 una certezza: "Se questo è Dio, io non ne voglio sapere".
Gloria al Signore, non era "questo". 
Quanto stavo lontano dalla verità!

Avessi almeno conosciuto prima Martin Lutero avrei saputo che:  "Dio esisteva ed esisteva anche una salvezza di nome Gesù, da ricevere come dono di Dio".  
E avrei anche saputo che: "Non vi è salvezza fuori da Cristo e non...




Ma come potevo saperlo?

Beh, ci ha pensato Lui, aveva stabilito che quello era il mio tempo, quello era il mio giorno, che Marta fosse il Suo primo messaggero,(Apostolo) Monica insieme a lei e dopo di loro Maria, Simone, Vittoria, Paolo...
Mi aveva già scelto ed era inutile e sterile il mio recalcitrare. 
Ho capito solo molto tempo dopo, che qualsiasi fosse stato il mio comportamento, qualunque fossero stati i miei pensieri, le mie battaglie, le mie emozioni, persino le mie decisioni, io non sarei mai potuto uscire da quella casa senza prima aver pregato.
Era l'incontro che Lui aveva organizzato apposta per me, con i discepoli giusti, al posto giusto, nel momento giusto.  

"Io ho scelto voi, non voi me".    (Gv. 15:16)

Ero stato convocato ed avevo risposto alla chiamata perchè era il mio momento, ma io ero sordo e non lo sapevo.
Pensavo di guidare la storia, in realtà stavo obbedendo alla Guida.
Ero in caduta libera senza paracadute, ha teso la rete della sua misericordia, mi ha fatto atterrare sul palmo della sua mano, potente come quella di un Padre, ma delicata come quella di una Madre: "Poteva essere una caduta di morte, l'ha trasformata in un volo a vita eterna". 

Grazie Fratello!











Fine prima parte.


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sabato 14 aprile 2012

" casi "




"CASI"



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Da qualche anno, sul cammino di Santiago, anche se scolorita dal tempo che passa, si trova la scritta "casi", su muri di cinta, su di una roccia, di un albero, di una colonnina segnaletica...
Questa scritta, naturalmente "amarilla como la flecha", (gialla come la freccia) è una trovata di qualcuno che forse voleva lasciare un'impronta, o magari rendersi utile per altri pellegrini cercando di incitarli e incoraggiarli, o più semplicemente prenderli un pò in giro, perchè questo "quasi" si comincia a leggere ancor prima di metà cammino.
"Quasi" un corno, mancano 500 km.!

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Scrissi nel post "O' Cebreiro, no Sinai", che a differenza di Paulo Coelho che trovava nella piuma il segnale di partenza, per me il sintomo che mi avverte che é "quasi" ora, è la primavera. 
Eh si, "quasi" ma mancano ancora mesi, proprio come quel "casi" quando mancano ancora tanti km..
Fatto sta, che proprio questo è il periodo in cui senza accorgermene, a volte mi sento irrequieto e pian piano la mia mente, anche non volendo, inizia a programmare. 
Quest'anno ancora non ho preso la decisione definitiva, solo perchè sono in attesa di alcune  risposte riguardanti il mio lavoro e...
Una cosa però so ed è certa, sempre che il Signore lo voglia, ad Agosto farò l'hospitalero nel Rifugio di Ligonde. 
Quindi il programma è: fare il cammino, fermarmi a Ligonde, finire il cammino. 
Devo solo stabilire la partenza, quando e da dove e far combaciare le date.
L'hospitalero sul cammino di Santiago, non è altro che un pellegrino e a volte neanche, che decide di dedicare un periodo di tempo all' opera di volontariato c/o un rifugio.
Fa l'accoglienza ai pellegrini, gli timbra la Credenziale, (il documento del pellegrino) gli destina il posto letto, li serve a cena e li edifica, affinchè possano recuperare tutte le energie spirituali, fisiche e mentali. 
Insomma fa testimonianza, fa del suo meglio per mostrare il carattere di Cristo.
Più o meno ciò che faccio nella taverna da circa 13 anni. 
Ma più meno che più, perchè qui faccio anche la spesa e mi devo occupare anche di tutta la manutenzione dell'Oasi.
Questo avviene però solo a Ligonde, perchè è l'unico rifugio in tutto il cammino, dichiaratamente  cristiano, creato nel '95 da un pastore evangelico americano.
E' umile, è semplice, é pulito, per me è come uno zaino:          "C'è l'essenziale, c'è ciò che ti serve".                                        C'è amore!
E' unico davvero, perchè il luogo lo fa la persona, non i muri nè l'arredamento, qui il rifugio lo fanno gli hospitaleros, che sono tutti fratelli ed io dopo essermici fermato per tanti anni, dopo averci vissuto serate a dir poco meravigliose ed edificanti, quest'anno starò dalla parte dell'organizzazione, dalla parte del padron di casa e quindi dalla parte della servitù.        
Prima da pellegrino, ero servito, quest'anno da hospitalero, servirò!




L'anno scorso dopo aver conosciuto i responsabili del rifugio, appartenenti alla Organizzazione Cristiana "Agape", dopo avergli raccontato in breve la mia storia da pellegrino e il mio desiderio di servire in quel rifugio, ho ricevuto l'invito per quest'anno che ho subito accettato. 
Mi hanno chiesto se potevano pubblicare sul loro blog tutto questo come testimonianza ed io ho detto si. 




Mentre aspetto con fiducia e autocontrollo, le risposte precedentemente menzionate e che giunga al più presto il tempo della partenza, pur non avendo fatto come sempre, nessun tipo di prenotazione, spero di poter prendere quanto prima la decisione definitiva a favore del programma un pò ambizioso e molto molto entusiasmante, che ho da sempre nel mio cuore, ma che non sono mai riuscito ad attuare per problemi di tempo. 
Io ci credo, ci siamo "quasi". 



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E nell'attesa...



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