In questi giorni nella Taverna l'argomento più discusso riguarda la nave da crociera Costa Concordia affondata presso l'isola del Giglio. Ascolto quì e là tra i soci, (la maggior parte di loro possiede una barca, altri lavorano in cantieri navali, altri ancora sono velisti) commenti, critiche e giudizi.
Quando succedono incidenti così orribili, oppure accadono terremoti e uragani, che uccidono decine, centinaia, migliaia di persone causando grandi e dolorose sofferenze, (specialmente quando tali disgrazie colpiscono donne, vecchi e bambini) che tipo di spiegazione si da il non credente, l'ateo, l'uomo naturale non abbandonato allo spirito?
Che disgrazia, che sfortuna, colpa del caso, della fatalità, dell'incompetenza o dolo di qualcuno, così che inevitabilmente si cerca e quasi sempre si trova (magari a ragione) un colpevole, sia esso persona, o azienda, o società.
Va da se che non si può chiamare in causa Dio, perché se non si crede, non si crede mai sia nel bene che nel male.
Quanto dolore in più rimane nell'anima!
La fede non agisce così perché ha occhi diversi e guarda a tutto ciò con la certezza che se Dio lo ha permesso, rispettando come sempre il libero arbitrio che ha lasciato all'uomo, lo volgerà al bene. (Ro. 8:28)
Oltretutto Lui é là e soffre con e per ogni singola persona e per ogni specifica situazione di dolore e di morte.
Morte per chi é vittima, dolore per chi resta.
A volte é difficile comprendere, é difficile accettare ed é proprio quando é così difficile farsene una ragione, che la fiducia nell'amore, nella giustizia e nella misericordia del Signore, diventa medicina che allevia la sofferenza, diviene unguento guaritore delle ferite più profonde, diventa panacea per ogni cuore rotto. La sofferenza porta il credente più vicino a Dio, riesce a far giungere la preghiera accorata direttamente al Suo cuore e quasi sempre lo rende migliore, perché quell'alba così radiosa dopo quella notte così buia, lo porta a cercare unità con Lui, che conosce il dolore e la sofferenza più e meglio di chiunque altro.
(Is. 53) (Sl. 22)
Ma la stessa sofferenza agisce anche sul non credente, che nel dolore trova spesso la via della salvezza.
Quasi mai però ottiene risultati sui potenti che credono in Dio solo a parole, perché in realtà adorano quello che la Bibbia chiama "mammona", (Mt. 6:24) ossia ricchezza e potere. (Mt. 6:21) (Lu. 12:34)
La disgrazia della nave Concordia é stata sicuramente causata da un errore umano, ma anche quando accadono guerre, terremoti, pestilenze, carestie, vi é errore da parte dell'uomo. (Mt. 24:6-7)
La ricchezza nel mondo é in mano ai pochi ricchi sempre più ricchi, che sono assetati di potere e se ne fregano altamente dei poveri sempre più poveri che vivono di stenti e muoiono affamati.
E neanche stanno lì a preoccuparsi di tutto ciò che succede di consequenza al loro operato: esperimenti nucleari, inquinamento, disboscamento ...
Hanno avvelenato la terra e hanno inquinato persino mare e sole. (Buco dell'ozono)
Una volta l'acqua era per tutti e per tutti gratis perché ce l'ha donata Dio, ma poi l'abbiamo pagata; l'aria ancora non la paghiamo, ma la pagheremo a breve.
Eh si, mi devo correggere, perché parlavo di errore umano, ma in tutto questo c'é premeditazione, pianificazione e perciò c'é dolo, frode, inganno e furto ai danni dell'umanità: questo é omicidio di massa.
Più che sofferenza!
La sofferenza é un catalizzatore, accelera e favorisce il processo di guarigione.
Quasi sempre l'uomo così imperfetto, dalla disgrazia trae grazia, nel dolore conosce il vero amore e nella sofferenza trova conforto e consolazione, perché spesso trova Dio, conosce Gesù e si abbandona allo Spirito Santo.
Il nostro é un Dio d'amore, di compassione, di misericordia, di bontà.
Con Lui nel cuore l'uomo non sentirà più freddo, non vivrà più nel buio, non odierà né giudicherà più, ma camminerà nella luce e "amerà".
E' vero, Dio ha creato tutto, ma l'ha creato bello, buono, incontaminato, giusto ...
Che diremo dunque?
Che Dio ha comunque commesso un errore, lasciandoci il libero arbitrio, permettendoci così di rovinare, inquinare e deturpare la Sua creazione perfetta? Così non sia!
lunedì 30 gennaio 2012
lunedì 16 gennaio 2012
L'unione fa la forza.
Vi é mai capitato di leggere quei regolamenti che spesso sono appesi alle pareti di uffici o attività di vario genere, che tra il serio e il faceto, danno direttive al personale dipendente, del tipo:
Oppure:
1) Il Capo ha ragione.
2) Il Capo ha sempre ragione.
3) Nella improbabile ipotesi che un dipendente avesse ragione,
entreranno in vigore gli articoli 1 e 2.
4) Il Capo non dorme, riposa.
5) Il Capo non mangia, si nutre.
6) Il Capo non beve, degusta.
7) Il Capo non é mai in ritardo, é stato trattenuto.
8) Il Capo non lascia mai il lavoro, é richiesta altrove la sua
presenza.
9) Il Capo non legge mai il giornale in ufficio, si informa.
10) Il Capo non familiarizza con la segretaria, la educa.
11) Chi entra nell'ufficio del Capo con idee proprie, deve uscire
con quelle del Capo.
12) Il Capo pensa per tutti.
13) Più si pensa come il Capo, più si fa carriera.*
*Si, più si pensa come il Capo e più si fa carriera.
Questo tredicesimo punto, che con tono leggero nasconde intenzioni serie, contiene in sé una verità.
Ovunque vi sia un gruppo di persone, più o meno grande, qualsiasi sia lo scopo da raggiungere, qualunque sia il campo in cui si cimenta, beh, senza unità di intenti, senza allenamento, senza affiatamento e senza disciplina, difficilmente raggiungerà la sua
meta.
Al comando c'é sempre un dirigente, un istruttore, un responsabile, sia che egli si chiami Re o Capo di stato, Capo Ufficio o Titolare d'azienda, sia Comandante o Allenatore, a lui spetta l'onere e l'onore di educare, disciplinare ed amalgamare il suo gruppo affinché divenga un corpo solo, che combatta ed agisca con una sola mente ed un solo cuore.
Abbiamo innumerevoli esempi in tutte le guerre, in tutte le scalate delle grandi aziende, in tutti i più grandi appuntamenti sportivi, in tutti gli eventi di cui é piena la storia da che esiste il mondo.
I grandi risultati si ottengono quasi esclusivamente, quando a capo dell'esercito, o dell'azienda, o della squadra qualunque essa sia, vi é un uomo assennato e giusto, che sa quello che vuole e quello che fa.
Ed ecco il punto 13. (Si capisce bene come a volte la carriera non c'entri niente, ma ci sia comunque uno scopo da raggiungere, una libertà da guadagnare, un grande risultato da ottenere).
Se é un Capo credibile e convincente, se é diretto ed imparziale, se é deciso ma generoso, certo che più si pensa come lui e più prende forza il gruppo; più si pensa con una sola mente, più si diventa efficaci; più si é uniti e meno si é vulnerabili; (non a caso il motto del nemico é dividi e conquista) più si condivide il progetto e più si sprigiona energia e potenza; più ci si unisce con il cuore e con la mente, più grande sarà il risultato.
Le magliette uguali, ma che c'entra?
Cosa cerca di imparare Gunny a quel gruppetto di scansafatiche?
Eh si, fa loro un corso accelerato per farli crescere in fretta, per farli diventare uomini responsabili, per fargli capire che le loro vite in guerra dipenderanno anche dai comportamenti dei compagni, gli insegna a diventare dei marines che potranno combattere con onore e ottenere la vittoria a patto che conservino un solo modo di pensare, un solo modo di agire, un unico obiettivo.
.....
Riusciranno a mettere tutti la maglia dello stesso colore del sergente per l'esercitazione, sul campo di battaglia avranno tutti la stessa divisa e agiranno con una sola mente, saranno un solo corpo, si faranno valere e vinceranno la loro guerra.
Un istruttore come Gunny ha chiesto disciplina ai suoi soldati: ottenuta.
*****
Un comandante come il Re di Sparta Leonida, ha chiesto la vita ai suoi 300 guerrieri: concessa.
I 300 sono ricordati nei libri di storia.
*****
Più si pensa come il Capo... e fin qui il Capo é stato un uomo che ha agito in modo umano per una giusta causa e grazie alle sue capacità e al suo carisma ha raggiunto risultati straordinari.
Ma ci sono stati uomini che pur agendo umanamente, hanno ottenuto risultati insperati e impossibili per chiunque altro, lasciandosi guidare e consigliare dall'Unico Capo Supremo.
.....
Un allenatore come Grant ha chiesto alla sua squadra di avere fede, di credere nell'impossibile: esaudito.
La sua giovane squadra si é laureata campione.
*****
Quando un popolo può contare su un Re come Davide, quando una famiglia può contare su un padre come Abramo, nessuno teme di perdersi, tutti anelano a vivere nell'unità e più si pensa come loro e più... ci si avvicina a Dio e alle sue benedizioni.
Ma l'unità di cui si parla é quella per la quale ha pregato il Signore, (Gv. 17:21) quell'unità specifica, non fatta di formalismi e di apparenze, che deve riflettere l'unità che c'é in Dio.
Quell'unità che é grazia e non sforzo, quell'unità tra gli uomini che comincia in Dio, quell'unità che é vera solo se e nella misura in cui lo é con Dio.
Questa unità quindi deve essere l'espressione visibile di quella invisibile e profonda che deve esservi tra i seguaci di Cristo.
Paolo dice: "Siate miei imitatori, come io lo sono di Cristo".
Pietro imitava Gesù, Giovanni e gli altri discepoli, imitavano Pietro.
Quando io imito qualcuno gli somiglio e noi alla fine del cammino della vita somiglieremo a Gesù, che é il primogenito fra molti fratelli. (Ro. 8:29)
Un solo Capo e tante guide spirituali.
Quando un gregge può contare sull'amore di un pastore come Gesù, sa con certezza che non si disperderà, perché il buon pastore depone la sua vita per le pecore. (Gv. 10:11)
*******
Il capo della donna é l'uomo, il capo di ogni uomo é Cristo e il capo di Cristo é Dio.
(1 Co. 11:3)
Più si pensa come il Capo... e più l'unità fa la forza!
Oppure:
1) Il Capo ha ragione.
2) Il Capo ha sempre ragione.
3) Nella improbabile ipotesi che un dipendente avesse ragione,
entreranno in vigore gli articoli 1 e 2.
4) Il Capo non dorme, riposa.
5) Il Capo non mangia, si nutre.
6) Il Capo non beve, degusta.
7) Il Capo non é mai in ritardo, é stato trattenuto.
8) Il Capo non lascia mai il lavoro, é richiesta altrove la sua
presenza.
9) Il Capo non legge mai il giornale in ufficio, si informa.
10) Il Capo non familiarizza con la segretaria, la educa.
11) Chi entra nell'ufficio del Capo con idee proprie, deve uscire
con quelle del Capo.
12) Il Capo pensa per tutti.
13) Più si pensa come il Capo, più si fa carriera.*
*Si, più si pensa come il Capo e più si fa carriera.
Questo tredicesimo punto, che con tono leggero nasconde intenzioni serie, contiene in sé una verità.
Ovunque vi sia un gruppo di persone, più o meno grande, qualsiasi sia lo scopo da raggiungere, qualunque sia il campo in cui si cimenta, beh, senza unità di intenti, senza allenamento, senza affiatamento e senza disciplina, difficilmente raggiungerà la sua
meta.
Al comando c'é sempre un dirigente, un istruttore, un responsabile, sia che egli si chiami Re o Capo di stato, Capo Ufficio o Titolare d'azienda, sia Comandante o Allenatore, a lui spetta l'onere e l'onore di educare, disciplinare ed amalgamare il suo gruppo affinché divenga un corpo solo, che combatta ed agisca con una sola mente ed un solo cuore.
Abbiamo innumerevoli esempi in tutte le guerre, in tutte le scalate delle grandi aziende, in tutti i più grandi appuntamenti sportivi, in tutti gli eventi di cui é piena la storia da che esiste il mondo.
I grandi risultati si ottengono quasi esclusivamente, quando a capo dell'esercito, o dell'azienda, o della squadra qualunque essa sia, vi é un uomo assennato e giusto, che sa quello che vuole e quello che fa.
Ed ecco il punto 13. (Si capisce bene come a volte la carriera non c'entri niente, ma ci sia comunque uno scopo da raggiungere, una libertà da guadagnare, un grande risultato da ottenere).
Se é un Capo credibile e convincente, se é diretto ed imparziale, se é deciso ma generoso, certo che più si pensa come lui e più prende forza il gruppo; più si pensa con una sola mente, più si diventa efficaci; più si é uniti e meno si é vulnerabili; (non a caso il motto del nemico é dividi e conquista) più si condivide il progetto e più si sprigiona energia e potenza; più ci si unisce con il cuore e con la mente, più grande sarà il risultato.
Le magliette uguali, ma che c'entra?
Cosa cerca di imparare Gunny a quel gruppetto di scansafatiche?
Eh si, fa loro un corso accelerato per farli crescere in fretta, per farli diventare uomini responsabili, per fargli capire che le loro vite in guerra dipenderanno anche dai comportamenti dei compagni, gli insegna a diventare dei marines che potranno combattere con onore e ottenere la vittoria a patto che conservino un solo modo di pensare, un solo modo di agire, un unico obiettivo.
.....
Riusciranno a mettere tutti la maglia dello stesso colore del sergente per l'esercitazione, sul campo di battaglia avranno tutti la stessa divisa e agiranno con una sola mente, saranno un solo corpo, si faranno valere e vinceranno la loro guerra.
Un istruttore come Gunny ha chiesto disciplina ai suoi soldati: ottenuta.
*****
Un comandante come il Re di Sparta Leonida, ha chiesto la vita ai suoi 300 guerrieri: concessa.
I 300 sono ricordati nei libri di storia.
*****
Più si pensa come il Capo... e fin qui il Capo é stato un uomo che ha agito in modo umano per una giusta causa e grazie alle sue capacità e al suo carisma ha raggiunto risultati straordinari.
Ma ci sono stati uomini che pur agendo umanamente, hanno ottenuto risultati insperati e impossibili per chiunque altro, lasciandosi guidare e consigliare dall'Unico Capo Supremo.
.....
Un allenatore come Grant ha chiesto alla sua squadra di avere fede, di credere nell'impossibile: esaudito.
La sua giovane squadra si é laureata campione.
*****
Quando un popolo può contare su un Re come Davide, quando una famiglia può contare su un padre come Abramo, nessuno teme di perdersi, tutti anelano a vivere nell'unità e più si pensa come loro e più... ci si avvicina a Dio e alle sue benedizioni.
Ma l'unità di cui si parla é quella per la quale ha pregato il Signore, (Gv. 17:21) quell'unità specifica, non fatta di formalismi e di apparenze, che deve riflettere l'unità che c'é in Dio.
Quell'unità che é grazia e non sforzo, quell'unità tra gli uomini che comincia in Dio, quell'unità che é vera solo se e nella misura in cui lo é con Dio.
Questa unità quindi deve essere l'espressione visibile di quella invisibile e profonda che deve esservi tra i seguaci di Cristo.
Paolo dice: "Siate miei imitatori, come io lo sono di Cristo".
Pietro imitava Gesù, Giovanni e gli altri discepoli, imitavano Pietro.
Quando io imito qualcuno gli somiglio e noi alla fine del cammino della vita somiglieremo a Gesù, che é il primogenito fra molti fratelli. (Ro. 8:29)
Un solo Capo e tante guide spirituali.
Quando un gregge può contare sull'amore di un pastore come Gesù, sa con certezza che non si disperderà, perché il buon pastore depone la sua vita per le pecore. (Gv. 10:11)
*******
Il capo della donna é l'uomo, il capo di ogni uomo é Cristo e il capo di Cristo é Dio.
(1 Co. 11:3)
Più si pensa come il Capo... e più l'unità fa la forza!
domenica 8 gennaio 2012
Non disputare, scaccialo.
Ogni cammino ha una sua storia e ricordo che in occasione del mio primo, chiedevo al Signore due guarigioni fisiche ed una spirituale.
Domandavo e pregavo per queste già a casa, ma il pellegrinaggio fu l'occasione giusta, il posto giusto, il momento giusto, per rimanere 40 giorni solo con Lui, testare la mia fede e conoscere di più e meglio la misericordia del Signore.
-Avevo il corpo cosparso di bruttissime bolle che neanche il ricovero di tre giorni in ospedale riuscì a debellare, né ad individuarne le cause.
-Avevo una dipendenza da combattere e vincere.
-Avevo decisioni da prendere riguardo il prosieguo del mio cammino cristiano.
Tornai a casa senza più neanche i segni delle bolle, pulito e libero da ogni schiavitù e la pace nel cuore e nella mente, per aver trovato finalmente la mia giusta collocazione, la giusta via da seguire sulle orme di Paolo. (1 Co. 9)
Fino ad allora, essendo ancora molto acerbo ed irrequieto, mi arrabbiavo e mi ribellavo sbagliando, agli eventi contrari, ai "particolari" negativi e spesso disputavo con il nemico, anche se mi era già stato detto di non farlo e la Parola lo confermava.
(Gd. 1:9)
Imparai ben presto che l'unico comportamento efficace da tenere e praticare, era quello che Giacomo dice nel Cap. 4 verso 7: "Sottomettetevi dunque a Dio, resistete al diavolo ed egli fuggirà da voi".
...e così fu, e così é, e così sia!
Da Santibànes dove mi sono fatto male, a Finisterra sono circa 360 km.
Li ho percorsi senza sostare neanche un giorno.
"E questi sono i segni che accompagneranno quelli che hanno creduto: nel mio nome scacceranno i demoni,..." (Mt. 16:17)
Grazie Signore!
Domandavo e pregavo per queste già a casa, ma il pellegrinaggio fu l'occasione giusta, il posto giusto, il momento giusto, per rimanere 40 giorni solo con Lui, testare la mia fede e conoscere di più e meglio la misericordia del Signore.
-Avevo il corpo cosparso di bruttissime bolle che neanche il ricovero di tre giorni in ospedale riuscì a debellare, né ad individuarne le cause.
-Avevo una dipendenza da combattere e vincere.
-Avevo decisioni da prendere riguardo il prosieguo del mio cammino cristiano.
Tornai a casa senza più neanche i segni delle bolle, pulito e libero da ogni schiavitù e la pace nel cuore e nella mente, per aver trovato finalmente la mia giusta collocazione, la giusta via da seguire sulle orme di Paolo. (1 Co. 9)
Fino ad allora, essendo ancora molto acerbo ed irrequieto, mi arrabbiavo e mi ribellavo sbagliando, agli eventi contrari, ai "particolari" negativi e spesso disputavo con il nemico, anche se mi era già stato detto di non farlo e la Parola lo confermava.
(Gd. 1:9)
Imparai ben presto che l'unico comportamento efficace da tenere e praticare, era quello che Giacomo dice nel Cap. 4 verso 7: "Sottomettetevi dunque a Dio, resistete al diavolo ed egli fuggirà da voi".
...e così fu, e così é, e così sia!
Da Santibànes dove mi sono fatto male, a Finisterra sono circa 360 km.
Li ho percorsi senza sostare neanche un giorno.
"E questi sono i segni che accompagneranno quelli che hanno creduto: nel mio nome scacceranno i demoni,..." (Mt. 16:17)
Grazie Signore!
mercoledì 4 gennaio 2012
Niente pesi --- Nulla da temere
NIENTE PESI.
Tutte le mail e gli sms ricevuti ed inviati in occasione di questa festa unica e speciale, sono stati scambi di auguri di serenità, di pace e di benedizione. Dovrebbe essere sempre Natale per riuscire a vivere tutti in amore, purtroppo però, passata la gioia e l'euforia per la festa, si torna alla solita routine, ai soliti comportamenti, ai soliti usi e gran parte delle persone si appresta ad affrontare quasi con rassegnazione il nuovo anno con tutti gli interrogativi di sempre, con le aspettative e le ansie di sempre e perciò si aspetta le gioie e i dolori di sempre, insomma riprende a percorrere con non molto slancio né entusiasmo, il proprio cammino della vita.
Conosco e vedo tante persone che soffrono, a cui mancano i mezzi e le risorse per vivere una vita spensierata e senza pesi.
Conosco e vedo gente, che fa fatica a camminare in questo mondo, a cui più delle precedenti persone, manca affetto e amore e sta male.
Ah, se potessimo vivere tutti nella fede!
Si, perché sono certo che se viviamo ogni giorno con la mente rivolta a ciò che crediamo e non a ciò che sentiamo o vediamo, soffriamo meno, ci stanchiamo meno, realizziamo che ogni giorno può essere Natale e abbiamo la certezza che non ci saranno pesi in più da portare: "Perché il mio giogo é dolce e il mio peso é leggero", dice il Signore. (Mt. 11:30)
*****
NULLA DA TEMERE.
Viviamo già e non da oggi, il tempo della fine ma: "non c'é nulla da temere", perché il Signore é sempre al comando di tutto, niente succede che Lui non voglia o permetta e sarà con noi "sempre". Parola di Dio!
Sappiamo di essere uomini deboli, fallaci e commettiamo ogni giorno errori che di consequenza ci fanno sentire afflitti, abbattuti e qualcuno, non sapendo che tutto questo viene dal nemico, porta con se i suoi sensi di colpa. Non diamogli questa gioia, "niente sensi di colpa".
Teniamo sempre a mente la Parola di Dio che ci descrive la vita dei suoi santi e ci accorgeremo che tutti hanno commesso grandi peccati, prima e o dopo la loro conversione.
Poiché Dio ha rinchiuso tutti nella disubbidienza, per far misericordia a tutti.
(Ro. 11:32)
Mosé prima di conoscere Dio, fu persino omicida uccidendo l'egiziano e quando invece era divenuto il Suo potente profeta e guida per il Suo popolo ebraico, colpì con rabbia la roccia per far sgorgare l'acqua non dando così gloria all'Eterno che gli aveva invece detto di chiedere semplicemente. (Nu. 20:7-13)
A Mosé appartengono i 5 libri del Pentateuco, cioé Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio. La Torah.
Re Davide prese Bath-Sceba e fece uccidere il marito Uriah lo Hitteo, commettendo così adulterio e omicidio. (2 Sa. 11)
Davide scrisse "I salmi".
Salomone in vecchiaia rinnegò Dio consentendo alle sue 700 mogli di costruire altari pagani ai loro dei, pervertendo il suo cuore.
(1 Re 11:3)
Salomone scrisse: "Proverbi, Ecclesiaste e Cantico de' Cantici".
Pietro rinnegò Gesù tre volte. (Mt. 26:69-75)
(Mr. 14:66-72) (Lu. 22:54-62) (Gv. 18:17-25-27)
Nel Nuovo Testamento Pietro partecipa con la prima e seconda epistola.
.....
Ogni peccato e bestemmia sarà perdonata, ma la bestemmia contro lo Spirito Santo non sarà perdonata. Mt. 12:31 Lu. 12:10
Perciò solo un peccato non sarà perdonato:
"il rifiuto della salvezza, non riconoscere e accettare Gesù Figlio di Dio, non credere in Dio".
Ecco perché tutti i personaggi menzionati in precedenza, (ma ce ne sono molti altri) sono stati, sono e saranno per sempre gli esempi da tenere a mente per camminare con, in e per il Signore.
Tutti i grandi santi della Bibbia erano uomini come noi, sottoposti alle nostre stesse debolezze, ma amavano Dio profondamente e Lui guarda il cuore.
Signore purifica il mio cuore!
---
Quando mangio una mela, mi ricordo di Lanfranco ed Eva, (vedi post "Niente dolore") e allora faccio attenzione a non cadere nella disobbedienza; quando vedo un gallo mi ricordo della mia ira e non solo, (vedi post "La caduta") e allora faccio ancor più attenzione a non cadere nel rinnegamento; quando non vedo niente prego il Signore affinché le mie parole e le mie opere, vadano nella stessa direzione, si supportino le une le altre, siano una sola cosa. "Affinché dopo aver predicato agli altri, non sia io stesso riprovato". Amen!
(1 Co. 9:27)
Infatti: "Chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato". (Ro. 10:13)
...e perdonato da ogni peccato, passato, presente e futuro. Amen!
Solo così avremo certezza di "NIENTE PESI" e "NULLA DA TEMERE".
Tutte le mail e gli sms ricevuti ed inviati in occasione di questa festa unica e speciale, sono stati scambi di auguri di serenità, di pace e di benedizione. Dovrebbe essere sempre Natale per riuscire a vivere tutti in amore, purtroppo però, passata la gioia e l'euforia per la festa, si torna alla solita routine, ai soliti comportamenti, ai soliti usi e gran parte delle persone si appresta ad affrontare quasi con rassegnazione il nuovo anno con tutti gli interrogativi di sempre, con le aspettative e le ansie di sempre e perciò si aspetta le gioie e i dolori di sempre, insomma riprende a percorrere con non molto slancio né entusiasmo, il proprio cammino della vita.
Conosco e vedo tante persone che soffrono, a cui mancano i mezzi e le risorse per vivere una vita spensierata e senza pesi.
Conosco e vedo gente, che fa fatica a camminare in questo mondo, a cui più delle precedenti persone, manca affetto e amore e sta male.
Ah, se potessimo vivere tutti nella fede!
Si, perché sono certo che se viviamo ogni giorno con la mente rivolta a ciò che crediamo e non a ciò che sentiamo o vediamo, soffriamo meno, ci stanchiamo meno, realizziamo che ogni giorno può essere Natale e abbiamo la certezza che non ci saranno pesi in più da portare: "Perché il mio giogo é dolce e il mio peso é leggero", dice il Signore. (Mt. 11:30)
*****
NULLA DA TEMERE.
Viviamo già e non da oggi, il tempo della fine ma: "non c'é nulla da temere", perché il Signore é sempre al comando di tutto, niente succede che Lui non voglia o permetta e sarà con noi "sempre". Parola di Dio!
Sappiamo di essere uomini deboli, fallaci e commettiamo ogni giorno errori che di consequenza ci fanno sentire afflitti, abbattuti e qualcuno, non sapendo che tutto questo viene dal nemico, porta con se i suoi sensi di colpa. Non diamogli questa gioia, "niente sensi di colpa".
Teniamo sempre a mente la Parola di Dio che ci descrive la vita dei suoi santi e ci accorgeremo che tutti hanno commesso grandi peccati, prima e o dopo la loro conversione.
Poiché Dio ha rinchiuso tutti nella disubbidienza, per far misericordia a tutti.
(Ro. 11:32)
Mosé prima di conoscere Dio, fu persino omicida uccidendo l'egiziano e quando invece era divenuto il Suo potente profeta e guida per il Suo popolo ebraico, colpì con rabbia la roccia per far sgorgare l'acqua non dando così gloria all'Eterno che gli aveva invece detto di chiedere semplicemente. (Nu. 20:7-13)
A Mosé appartengono i 5 libri del Pentateuco, cioé Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio. La Torah.
Re Davide prese Bath-Sceba e fece uccidere il marito Uriah lo Hitteo, commettendo così adulterio e omicidio. (2 Sa. 11)
Davide scrisse "I salmi".
Salomone in vecchiaia rinnegò Dio consentendo alle sue 700 mogli di costruire altari pagani ai loro dei, pervertendo il suo cuore.
(1 Re 11:3)
Salomone scrisse: "Proverbi, Ecclesiaste e Cantico de' Cantici".
Pietro rinnegò Gesù tre volte. (Mt. 26:69-75)
(Mr. 14:66-72) (Lu. 22:54-62) (Gv. 18:17-25-27)
Nel Nuovo Testamento Pietro partecipa con la prima e seconda epistola.
.....
Ogni peccato e bestemmia sarà perdonata, ma la bestemmia contro lo Spirito Santo non sarà perdonata. Mt. 12:31 Lu. 12:10
Perciò solo un peccato non sarà perdonato:
"il rifiuto della salvezza, non riconoscere e accettare Gesù Figlio di Dio, non credere in Dio".
Ecco perché tutti i personaggi menzionati in precedenza, (ma ce ne sono molti altri) sono stati, sono e saranno per sempre gli esempi da tenere a mente per camminare con, in e per il Signore.
Tutti i grandi santi della Bibbia erano uomini come noi, sottoposti alle nostre stesse debolezze, ma amavano Dio profondamente e Lui guarda il cuore.
Signore purifica il mio cuore!
---
Quando mangio una mela, mi ricordo di Lanfranco ed Eva, (vedi post "Niente dolore") e allora faccio attenzione a non cadere nella disobbedienza; quando vedo un gallo mi ricordo della mia ira e non solo, (vedi post "La caduta") e allora faccio ancor più attenzione a non cadere nel rinnegamento; quando non vedo niente prego il Signore affinché le mie parole e le mie opere, vadano nella stessa direzione, si supportino le une le altre, siano una sola cosa. "Affinché dopo aver predicato agli altri, non sia io stesso riprovato". Amen!
(1 Co. 9:27)
Infatti: "Chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato". (Ro. 10:13)
...e perdonato da ogni peccato, passato, presente e futuro. Amen!
Solo così avremo certezza di "NIENTE PESI" e "NULLA DA TEMERE".
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